Roccaraso. “E’ necessario un intervento legislativo immediato da parte del Parlamento a favore di tutti gli operatori economici del “settore neve”, perché, con questa sentenza rischiamo di mettere in ginocchio le imprese del turismo montano abruzzese, cancellando migliaia di posti di lavoro”.
Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, ha lanciato un appello ai parlamentari abruzzesi affinchè si facciano promotori di un’iniziativa legislativa che modifichi le norme sull’ Imu su tutto il “sistema neve” e non solo per i gestori degli impianti, dopo che la Cassazione – con una sentenza su un contenzioso tra l’Agenzia delle Entrate e la società che gestisce la funivia di Arabba – ha imposto il pagamento dell’Imu anche per gli impianti di risalita.
Di Donato ha invitato anche il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, in qualità di coordinatore della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni, “a sollecitare il Governo, affrontando il tema insieme agli altri governatori e trovando una posizione comune all’interno della Conferenza.
In questa direzione andrebbe ipotizzata una proposta di fiscalità di vantaggio per tutti gli operatori del settore”.
Il sindaco di Roccaraso ha sottolineato che “il nostro è il bacino sciistico più grande e importante dell’Italia centromeridionale e che quindi è quello che verrà maggiormente penalizzato da questa decisione. Paradossalmente invece di agevolare chi decide di fare impresa nelle aree interne e montane, riducendo il carico fiscale e praticando una politica di incentivi per gli investimenti, con questa decisione, ancora una volta, si va nella direzione completamente opposta”.
Di Donato si è poi detto preoccupato dalla prospettiva che “questa decisione possa portare alla chiusura degli impianti di sci, per insostenibilità del carico fiscale, e che di riflesso, cosa ancor più grave, alla chiusura di tutte le attività collegate al settore impianti come alberghi, attività commerciali piccole medie e grandi, scuole di sci, non solo nel territorio di Roccaraso-Alto Sangro, ma dell’intero Abruzzo”.