Chieti. “Manca davvero poco al nuovo appuntamento elettorale che vedrà la nostra città impegnata nell’elezione del Primo Cittadino, in un contesto geopolitico ed economico non certamente di facile lettura”.
Coì in una nota la responsabile giovanile di Chieti di Giustizia Sociale, Sara Tacconelli, che aggiunge: “Una sfida importante e di certa complessità per il neo-eletto e per la sua squadra di potere ma anche per tutti i teatini che, con la caparbietà che li contraddistingue, torneranno ad auspicare in una rinascita, questa volta si spera certa, del proprio territorio. Una scelta sicuramente ardua ma che deve essere prima di tutto consapevole. È fondamentale dunque che si arrivi all’appuntamento preparati, informati, organizzati. Il primo importante dato da non lasciarsi sfuggire riguarda il fatto che per la prima volta a Chieti, ci si potrà avvalere della “doppia preferenza di genere”, che consente all’elettore di esprimere due preferenze, anziché una come fin ora accaduto, purché riguardanti candidati di sesso diverso. Un’opportunità da non sottovalutare per tutte le donne che vorranno cimentarsi con l’esperienza delle elezioni ma anche in considerazione della possibilità, davvero unica, di provare a rafforzare e stabilizzare quegli equilibri, troppo spesso precari, tra le rappresentanze di genere nelle amministrazioni pubbliche. Un cambiamento che potremmo definire addirittura epocale se considerato alla stregua dei mutamenti che questo strumento apporterà a livello nazionale e che potrebbe segnare il passo per una decisa trasformazione nel modo di vivere e di considerare la politica in generale. Lontani da considerazioni meramente femministe e consapevoli che ben altri mezzi sarebbero necessari per riportare concreta uguaglianza sociale tra i generi, è giusto riflettere sul valore tecnico ed amministrativo di questo provvedimento che pur prescinde dal riconoscere il valore di un candidato e la sua probabilità di essere votato ed eletto solo dalla sua natura. È dunque un’occasione in più per concretizzare il desiderio di partecipazione e di intervento di quelle numerose donne, professioniste, madri, mogli, attente e caparbie, emblema oggi del lungo e difficoltoso percorso che in altri tempi ed in altri luoghi hanno costruito altre più o meno illustri rappresenti del genere”.
“È il momento che anche Palazzo D’Achille torni a parlare al femminile – conclude Sara Tacconelli – in una decisa volontà di riscattare, oltretutto, quell’immagine indegna che i recenti fatti di cronaca locale hanno ritratto ma che siamo certi non appartenga alla gloriosa memoria della nostra città”.