Nomina inconferibile e relativa paralisi all’Ater di Teramo: il caso

“Un metodo di selezione che svilisce le istituzioni minandone la credibilità, l’imparzialità e l’autorevolezza.

 

Una deliberazione di Giunta, la numero 35 del 24 gennaio scorso, che a distanza di quasi due mesi non trova attuazione in quanto, presumibilmente, una delle nomine che è stata effettuata presenta criticità e la cui risoluzione viene rimpallata da un ufficio all’altro in quanto nessuno si vuole prendere la responsabilità della decisione”.

 

La presa di posizione è di Leandro Bracco, consigliere regionale di Sinistra Italiana relativamente alla riorganizzazione dell’Ater di Teramo.

 

Prima Moreno Fieni, ex collaboratore del gruppo del PD presso il Consiglio regionale dell’Abruzzo, nominato nel 2017 presidente del Consorzio dei Comuni del Bacino imbrifero Montano Vomano. Poi Nicola Salini, anche lui collaboratore del gruppo del Partito Democratico presso il Consiglio regionale dell’Abruzzo, nominato presidente dell’Ater di Teramo.

 

“Premesso che non ho nulla di personale contro queste due persone”, prosegue, “ mi chiedo però quali siano stati i criteri che li hanno portati ai vertici degli enti di cui ora sono i responsabili. Meritocrazia o altre cose? La priorità ce l’hanno avuta i rispettivi curricula oppure la fedeltà al PD ha avuto la precedenza dando conseguentemente sempre più concretezza al concetto di nomine fiduciarie?

Ancor più grave appare il fatto che le nomine contenute nella deliberazione di giunta numero 35 non siano ancora efficaci e i commissari non si siano ancora insediati, provocando uno stallo nella governance dell’Ater che appare a dir poco pernicioso per l’efficienza e l’efficacia che l’Azienda territoriale deve garantire ai propri inquilini.

La stessa deliberazione cita testuale ‘di subordinare l’efficacia del presente atto alla condizione sospensiva dell’acquisizione delle dichiarazioni di inconferibilità e di incompatibilità dei nominati’. Per effetto di tale condizione sospensiva le nomine non diverranno efficaci fino a quando gli uffici della Regione Abruzzo non metteranno nero su bianco l’assenza di cause ostative all’esercizio delle stesse. E qui arriva il caso di Valeria Misticoni, 38enne teramana da diversi anni inserita nella politica che conta di Teramo. Nel 2013 militava nel Pdl e alle Politiche del 2013 venne inserita dal suo partito al quinto posto nel listino unico regionale della Camera con il sistema elettorale denominato Porcellum.

Non venne eletta e risultò la seconda degli esclusi. L’anno seguente si accasò nel Nuovo Centrodestra di Alfano e grazie a poco meno di 400 preferenze contribuì alla vittoria di Maurizio Brucchi alle Comunali di Teramo della cui Giunta fece parte fino alla sua caduta datata dicembre 2017. Il 24 gennaio scorso arriva la nomina come uno dei due sub commissari dell’Ater di Teramo e, il 4 marzo scorso, un’altra candidatura alle elezioni Politiche, questa volta però di 180 gradi differente rispetto a quelle del 2013. Misticoni infatti si trovava in quarta posizione nel listino bloccato del partito di Beatrice Lorenzin, partito coalizzato con il PD che nel proporzionale, a livello nazionale, non ha ottenuto alcun seggio.

E quali sarebbero le criticità della nomina di Misticoni all’Ater? Il Decreto legislativo 39/2013 che accorpa le norme sulle inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni, all’articolo 7 comma 1 prevede testualmente che ‘a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della Giunta o del Consiglio della Regione che conferisce l’incarico ovvero nell’anno precedente siano stati componenti della Giunta di un Comune con popolazione superiore ai 15mila abitanti della medesima Regione non possono essere conferiti gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello regionale e gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale’.

Le cariche di commissario e di sub commissario all’Ater devono essere ricomprese all’interno della definizione di amministratore sia in base alla legge regionale che disciplina le aziende territoriali per l’edilizia residenziale e sia sulla scorta del tenore letterale della deliberazione regionale di nomina, a termini della quale il commissario e i due sub commissari ‘svolgono le funzioni dei rispettivi Consigli di amministrazione’, tanto che il commissario gode anche dello stesso trattamento economico del Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ater, cui la legge regionale di riferimento attribuisce ‘un compenso annuo lordo pari al 30% dell’indennità di carica dei Consiglieri regionali’.

Ne consegue che Valeria Misticoni appaia inconferibile nel ruolo di sub commissario fino a quando non sarà trascorso un anno dalla decadenza della Giunta comunale di Teramo della quale lei era membro e cioè fino a dicembre 2018. E l’imbarazzo degli uffici regionali, i quali si attardano nel concedere il via libera all’efficacia delle nomine, denota proprio l’incertezza sulla legittimità dell’incarico citato.

Mentre le conseguenze di tale modo di operare, purtroppo, si ripercuotono solamente sulle spalle dei cittadini teramani che devono pagare per i ritardi che inevitabilmente si stanno accumulando nelle procedure, nelle manutenzioni e nelle ristrutturazioni edilizie conseguenti ai danni provocati dai ripetuti eventi sismici”.

 

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