Fornaciari e Costantini finiscono nella Guerra dei Roses del centrodestra

La lettura dei giornali di questa mattina offre una interessante riflessione su quello che sta accadendo tra Giulianova e Roseto e sulle scintille che intercorrono tra Lega e Fratelli d’Italia che potranno avere ricadute interessanti anche alle prossime amministrative della Città delle Rose.

 

Basta vedere ciò che sta accadendo a Giulianova, dove tutti (cioè il Carroccio e il partito della Meloni) sembrano volere il sindaco Costantini, ma poi nessuno se lo “incolla”. Le basi locali dei rispettivi partiti non lo vogliono, ma a livello regionale se lo contendono. O almeno così sembra. La Lega regionale (pur tenendolo sul groppone per la sua emanazione felina) lo accoglierebbe più per fare un dispetto a Fratelli d’Italia e non rafforzare Marsilio il quale invece lo corteggia solo per portare in dote alla Meloni lo scalpo di un sindaco.

 

Poiché di scalpo si tratta. Infatti quale vantaggio ne deriverebbe a Costantini è incomprensibile. Il giovane Jwan eletto con una civica da pochissimo tempo, potrebbe bellamente aspettare tempi politici ed elettorali più propizi in modo da giocarsi la monetina e incassare candidature più interessanti in futuro. Invece nulla. Ammicca, annuncia, rintuzza. E in questo gioco di ripicche e vanità riflesse, il sindaco è alla fine l’unico a rimetterci visto che da giorni sta facendo la figura di una Penelope. Il sindaco dichiara e disfa da solo, per poi essere ripudiato e respinto dai referenti locali dei partiti di centrodestra.

 

Ciò che sta accadendo a Giulianova però si sta riflettendo anche nella vicina Roseto. Non è un caso che questa mattina l’ex sindaco Enio Pavone di centro-destra stoppi i tentativi di Lega o Fratelli d’Italia di imporre candidature dall’alto. Pavone sa bene infatti che sulla pelle del centrodestra rosetano si sta consumando la guerra interna ai consiglieri e assessori leghisti (leggasi Toni Di Gianvittorio, contro Emiliano Di Matteo, contro Quaresimale che sono a loro volta contro i rosetani Piero Fioretti e Giuseppe Bellachioma). Un tutto contro tutti che sono a loro volta contro il partito dei Fratelli d’Italia nell’individuazione del candidato sindaco.

 

E’ notizia delle ultime ore che dopo alcuni tentativi di avvicinamento a Giulia Palestini da parte di Pietro Quaresimale e Benigno D’Orazio , un altro pezzo della Lega (ovvero Toni Di Gianvittorio) stia facendo manovre per convincere a candidarsi a sindaco di Roseto Fabrizio Fornaciari. Quest’ultimo, ormai impegnato lavorativamente e affettivamente fuori i confini abruzzesi, è stato assessore di Fratelli d’Italia, è ancora vicinissimo a Giandonato Morra , ma anche in questo caso viene utilizzato da pezzi della Lega come grimaldello per fare un dispetto muscolare al partito della Meloni.

 

A meno che, e non vorremmo pensarlo, non sia un tentativo disperato di camuffare lo scarso appel della Lega a Roseto in quadro talmente conflittuale da rendere faticosa l’individuazione di un candidato sindaco locale. Il silenzio del consigliere Alessandro Recchiuti e la calma serafica di Tommaso Ginoble nello sciogliere il loro riserbo su una candidatura a sindaco sono forse l’immagine plastica più calzante di questi scenari di guerra che stanno logorando il centrodestra rosetano in cerca d’autore a sei mesi dalle elezioni.

 

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