Elezioni Teramo, il Popolo della Famiglia presenta il candidato sindaco IL PROGRAMMA

Il Popolo della Famiglia presenta il proprio simbolo e il proprio candidato Sindaco alle elezioni di Teramo il prossimo 11 maggio nella sede locale del movimento in Viale Crispi.

Il movimento, il cui programma politico si richiama alla Dottrina Sociale della Chiesa, presenta una lista con una importante componente femminile. Molte sono infatti le donne candidate: lavoratrici, libere professioniste, pensionate, imprenditrici, mamme e studentesse particolarmente sensibili alla caratterizzazione valoriale del movimento. Ed é una donna il candidato sindaco: Simona Lupi, funzionario della Previdenza Sociale e segretario regionale del Sindacato F.L.P., laureata in economia e commercio, madre di un ragazzo di 20 anni e già candidata al Senato per il Popolo della Famiglia alle scorse elezioni politiche.

“Per governare la città in modo stabile, evitando commissariamenti, il Popolo della Famiglia continua a dialogare con liste civiche o partitiche locali che abbiano le medesime sensibilità su temi prioritari, come la valorizzazione della famiglia e della vita, e il rilancio del tessuto economico partendo da un ruolo sociale attivo delle famiglie. Il movimento infatti presenta un ricco e vario programma che pone al centro le esigenze e il benessere economico delle famiglie teramane e delle imprese locali, a partire da quelle individuali, e a conduzione familiare”, dicono.

“Tra le proposte presenti nel programma, sono previsti: l’Assessorato alla Famiglia, il reddito di maternità, il Bonus Famiglia e il Fondo Garanzia Mutui per le coppie under 35 che si sposano, il contenimento delle tariffe degli asili nido, con maggiore flessibilità di orari; uno sportello per le micro-imprese, negozi di vicinato, e imprese a conduzione familiare; una conferenza Comuni-Imprese, per politiche di sviluppo che favoriscano l’occupazione, e la ricchezza dell’economia locale; uno Sportello Emergenza Dipendenze Patologiche, a sostegno delle famiglie e delle realtà che operano per la partecipazione alla vita sociale dei ragazzi, e per un sano divertimento; uno Sportello No gender, per l’abolizione dell’ideologia gender introdotta nelle scuole e che impone, attraverso una manipolazione didattica e culturale del bambino, un orientamento comportamentale promiscuo”.

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