Cologna Spiaggia, ‘tempi sbagliati per i lavori contro il dissestro idrogeologico’

Roseto. “Seppur favorevole ai lavori, ritengo che la tempistica nel realizzarli sia completamente sbagliata. Per non parlare dei ritardi nella realizzazione della palestra”.

È quanto dichiara Andrea Di Stanislao, cittadino di Cologna Spiaggia, in merito ai progetti contro il dissesto idrologico che sono in corso di realizzazione a Cologna Spiaggia. “La tempistica di tali interventi risulta a mio avviso totalmente sbagliata. Andavano avviati prima i lavori in Via della Stazione, strada principale per l’accesso al mare, così come quelli in Via dei Campi, dove per un periodo la scuola è stata chiusa per Covid, permettendo per fortuna di ammortizzare i problemi alla viabilità. Gli interventi in Via della Stazione hanno reso quasi impraticabile l’accesso al lungomare in questi giorni di riapertura della stagione balneare, arrecando non pochi problemi alla viabilità e agli addetti al cantiere”.

“Favorevole ai lavori, ribadisco, anche se dubbi – precisa – mi sorgono in merito alla realizzazione di nuovi marciapiedi all’altezza della Statale Adriatica. Il passaggio riservato ai pedoni vedrà la luce grazie all’impiego di fondi del Ministero che, però, risultano essere destinati esclusivamente all’attuazione di opere che possano concretamente mitigare le conseguenze legate al dissesto idrogeologico. Sarebbe bello capire a quanto ammonta, all’atto pratico, la percentuale di incidenza dei fondi del Ministero sui lavori di dissesto, e a quanto quella sui marciapiedi”.

“Anche la realizzazione della palestra – aggiunge – procede fortemente a rilento: era stata annunciata la riconsegna alla comunità per la primavera 2021. Sarebbe altrettanto bello sapere cosa ne pensa di ciò qualche consigliere di maggioranza”.

“Sono tutti interventi che vengono portati avanti a passo di lumaca con lo scopo, suppongo, di poterli concludere proprio a ridosso delle prossime elezioni, sperando che forse questo possa essere sufficiente per incantare i cittadini”, conclude Di Stanislao.

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