Acqua Gran Sasso, la Provincia di Teramo chiede chiarimenti sulla sicurezza

In una nota inviata ai Ministeri competenti, all’Istituto di Fisica Nucleare, alle Regioni Abruzzo e Lazio, agli enti locali, al Ruzzo, a tutti gli organismi coinvolti rispetto al tema della sicurezza dell’acquifero e per conoscenza anche alla Procura della Repubblica, il presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura, solleva quattro questioni che ritiene “ineludibili” anche alla luce dei rilievi formalizzati dalla magistratura inquirente.

Il presidente chiede di sapere “se nel Piano economico finanziario (PEF) per le Autostrade A24 e A25 (circa 3 miliardi di euro) siano previsti capitoli di spesa per la protezione degli acquedotti e dell’acquifero; se l’INFN ha prodotto il Piano per l’allontanamento delle sostanze pericolose; se il Governo ha previsto o prevede un intervento finanziario per la messa in sicurezza del laboratori e, infine, pone la questione dei 100 litri d’acqua che vengono messi a scarico per evitare fonti di inquinamento: o si risolve o viene previsto un ristoro visto che il costo dell’acqua persa, oggi, finisce in bolletta e pagata dai cittadini”.

Secondo Di Bonaventura, “la documentazione elaborata grazie all’impegno della Procura, oltre a quanto già rappresentato dalle organizzazioni e dai movimenti di cittadini che da anni sono sul tema e che hanno segnalato le criticità del sistema, costituisce un altro passo avanti nella conoscenza del ‘sistema Gran Sasso’ e dei suoi limiti strutturali e gestionali. La Provincia, storicamente impegnata in battaglie di salvaguardia di un patrimonio ineguagliabile segue con grande preoccupazione quanto sta accadendo: bisogna difenere gli interessi dei cittadini e del territorio e anche quelli della Ruzzo che finisce per essere parte lesa in un sistema dove non può determinare elementi fondamentali”

QUI LA NOTA INTEGRALE INVIATA DALLA PROVINCIA

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