Elezioni Bellante: il centrodestra ufficializza la candidatura a sindaco di Flaviana Pavan

bellante2.4.11_037Bellante. Ufficializzata questa mattina, in una conferenza stampa tenuta insieme a Franco De Angelis, segretario Lega nord Teramo, e al Senatore Paolo Tancredi, la candidatura a sindaco di Flaviana Pavan.

La professoressa dell’Istituto Crocetti di Giulianova (ex del Partito Democratico), che sfiderà per la carica di sindaco di Bellante Mario Di Pietro (centrosinistra) e Ennio Chiavetta (IdV),  ha annunciato di voler costituire una lista, che rappresenti la società e la politica bellantese, alternativa al decennale sistema di potere che amministra il comune senza soluzione di continuità.
Flaviana Pavan ha concluso il proprio intervento: ” Oltre a una forte adesione popolare ho ricevuto la condivisione sulla mia candidatura anche dagli assessori regionali Mauro Di Dalmazio e Paolo Gatti. Ci sono dunque tutte le condizioni per vincere”.

Pavan e Rastelli espulsi dal partito. Il PD di Bellante preso atto che questa mattina Flaviana Pavan, con il sostegno anche del consigliere comunale Camillo Rastelli, è stata ufficializzata quale candidato sindaco di una coalizione di centrodestra, con “benedizione dei maggiori esponenti provinciali del Pdl”. Il Partito Democratico ha emesse una nota, spiegando l’espulsione di Pavan e Rastelli: “Per tali ragioni, Flaviana Pavan, che in anni di militanza nel Pd mai aveva fatto capire di essere così vicina alla destra, e Camillo Rastelli, al quale dieci anni di presenza in consiglio comunale non devono essere sembrati sufficienti, sono espulsi dal Partito Democratico. I due potranno dunque liberamente collocarsi nel Centrodestra, ovviamente dopo il 16 maggio 2011, per poter usufruire, in campagna elettorale, della disponibilità e dell’ausilio anche di coloro che, certamente in buona fede benché in maniera sprovveduta, non riescono ancora a scorgere il disegno politico, nascosto dietro una inesistente lista civica, di una destra che dimostra ogni giorno di più, nelle realtà in cui amministra e governa, la propria incapacità nel risolvere i problemi della gente, in particolare delle fasce più deboli e indifese della società”.

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