Teramo, Alberto Di Croce (IdV) scrive a Marco Travaglio

marco_travaglioTeramo. Alberto Di Croce, esponente IdV Teramo, scrive a Marco Travaglio. Il politico descrive al noto giornalista, che domani sarà a Bellante per la presentazione del suo libro, la realtà politica locale e le difficoltà economiche in cui verserebbero le piccole imprese e gli artigiani. “Ma la classe dirigente regionale è di stretta osservanza del vangelo berlusconiano. Questa, caro Travaglio, è la terra di Silone, degli antichi contadini e cafoni, dove ci si accanisce con i più deboli e si è sempre pronti a genuflettersi ai più forti” commenta ironicamente in merito Di Croce.

Di seguito il testo integrale della lettera.

Caro Travaglio, so che mercoledì 21 aprile sarai a Bellante per colloquiare sul tuo ultimo libro “ad personam”. 

Ti vorrei dire che vieni in una provincia, da te certamente conosciuta, che non è tanto diversa dal resto d’Italia. La destra governa la Regione, la Provincia, quasi tutte le città capoluogo, tra cui Teramo, dove abbiamo un sindaco che in un anno non ha mai detto, neppure balbettato, una sola parola di solidarietà per i tantissimi lavoratori che hanno perso il posto, nonostante siamo al primo posto in Abruzzo per la cassa integrazione! 

E’ di Teramo anche il presidente della Regione, Chiodi, il quale è, inoltre, commissario alla Sanità con il compito di ripianare i debiti frutto di ruberie negli anni. 

Puoi facilmente immaginare a chi verrà accollata la fattura!

Ci sono un buon numero di procure che ci avvisano su infiltrazioni mafiose nel più grande cantiere d’Italia, ma Chiodi è intento a promuovere i vini! Servono anche questi per la nostra economia regionale, ma servirebbe una classe dirigente che desse impulso alle attività dei nostri artigiani e delle nostre piccole imprese, che le difficoltà del credito, in mano a banche del nord, ma anche le imprese di “san Guido” stanno letteralmente mettendo sul lastrico.

Ma la classe dirigente regionale è di stretta osservanza del vangelo berlusconiano. Come non c’è trasparenza nella ricostruzione, così nella sanità sono all’orizzonte i nuovi Unni. Intanto si prepara la strada al bottino, proponendo (unico caso nel mondo occidentale) la privatizzazione di ospedali pubblici, dopo averli fatti lentamente agonizzare per mancanza di risorse finanziarie e di personale.

Questa, caro Travaglio, è la terra di Silone, degli antichi contadini e cafoni, dove ci si accanisce con i più deboli e si è sempre pronti a genuflettersi ai più forti.

Se poi ti metti a parlare di difesa della Costituzione, di libera informazione, di leggi nefaste sulle intercettazioni, per favorire mafiosi e corrotti, pur se usi i toni più moderati diventi un pericoloso estremista, un giustizialista e nel peggiore dei casi un deviato.

Sarà  che ho trascorso parte della mia vita nell’Arma dei Carabinieri, a difendere i cittadini e le leggi, nelle quali ho sempre creduto, ma in questa veste di sovversivo proprio non mi ci ritrovo. Siccome i carabinieri sono quelli di sempre e di giudici ci sarà pure bisogno, prima o poi un Parlamento di persone nuove ricomincerà a fare leggi “erga omnes”.

Con grande stima.


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