Truffa con i permessi di soggiorno: il “cervello” un ragioniere di Sant’Egidio alla Vibrata

Sant’Egidio alla Vibrata. Emergono ulteriori particolari sull’inchiesta della guardia di finanza di Giulianova sulla vicenda dei falsi documenti utili per concedere permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari.

 

Ma anche per far ottenere loro delle forme di sostegno al reddito da parte dello Stato.

Chi, secondo la finanza (nell’inchiesta condotta con l’ispettorato del lavoro e diretta dalla Procura di Teramo), ci sarebbe un ragioniere originario di Civitella del Tronto, F.A. di 69 anni, che esercita l’attività professionale a Sant’Egidio alla Vibrata. Il professionista, che già in passato era finito a processo per situazioni analoghe. Il professionista vibratiano si trova agli arresti domiciliari e nei suoi confronti è scattato anche un sequestro preventivo per equivalente di 90mila euro per truffa ai danni dello Stato.

Secondo l’accusa il professionista, depositario delle scritture contabili delle società coinvolte, in concorso con un avvocato della provincia di Teramo sarebbe riuscito a ottenere, indebitamente, il rinnovo del permesso di soggiorno di 80 cittadini extracomunitari (originari della Tunisia, Marocco, Bangladesh). Questo attraverso tutta una serie di false documentazioni relative a contratti di lavoro, comunicazioni di instaurazione di rapporti di lavoro e buste paga riconducibili a tre aziende artatamente costituite e di fatto inesistenti.

Dalle indagini è emerso anche come una parte dei falsi lavoratori avrebbe conseguito indebite erogazioni pubbliche a sostegno del reddito (aspi, naspi, maternità) per un importo totale quantificato in 55.671,62. Le tre aziende “costituite fittiziamente”, di cui una riconducibile allo stesso professionista, sempre secondo le Fiamme Gialle, sarebbero inoltre servite ad alimentare un giro di fatture per operazioni inesistenti per un totale di 340 mila euro, emesse a supporto di prestazioni di lavoro mai effettuate, che venivano annotate in contabilità da 5 aziende riconducibili nella titolarità e nella gestione allo stesso ragioniere. Quest’ultimo è stato anche denunciato per esercizio abusivo della professione avendo esercitato l’attività di consulente del lavoro ed esperto contabile in assenza di iscrizione ai rispettivi albi professionali. Per la vicenda sono indagate 94 persone.

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