Tortoreto, l’addio a Benito Esposito: in tanti al funerale del sindaco dello sviluppo FOTO

Tortoreto. Un sindaco in carica, tre ex primi cittadini, tanti amministratori del presente e del passato. E poi tanti dipendenti comunali, che con lui hanno condiviso un percorso lavorativo.

 

Ma anche tanta gente comune che ne ha apprezzato le doti umane, prima che quelle politiche, amministrative e di maestro di scuola. In tanti, questo pomeriggio, hanno tributato l’ultimo saluto a Benito Esposito, sindaco di Tortoreto per 18 anni (dal 1970 al 1988). Per tutti è stato non un sindaco qualunque, ma il sindaco di Tortoreto. Figura carismatica, attorno alla quale sono cresciuti i politici che lo hanno poi avvicendato. Ma con Esposito alla guida della macchina amministrativa, Tortoreto ha imboccato la strada che ha poi generato lo sviluppo degli anni ’80.

E questo suo tratto distintivo, di figura di una politica che, forse, non c’è più è emersa nel ricordo tracciato durante l’omelia. Ma anche del saluto finale, del sindaco Domenico Piccioni (che ne ha condiviso anche un periodo in amministrazione sul finire degli anni ’80), e di Giovanni Di Mattia, rappresentante della marineria, che si è emozionato nel suo ricordo fatto dal pulpito.

 

“Benito Esposito per Tortoreto è stato il sindaco”, ha sottolineato nell’omelia don Aldino Tomassetti (che ha concelebrato la funzione religiosa con padre Gregorio Dcosz e don Emilio De Dominicis, ” che ha privilegiato il bene della sua comunità. Lontano anni luce da quello che accade nei tempi moderni”. Don Aldino, parroco di Tortoreto per 30 anni, ha anche ricordato tutte le fasi che hanno preceduto la realizzazione della chiesa di Santissima Maria Assunta, percorso nel quale Benito Esposito si era speso con grande impegno.

“La sua passione per la politica, assieme alla sua coerenza politica: per un verso, democristiano doc non ha mai avuto ripensamenti o tentennamenti di sorta; per altro verso, si è sempre impegnato per il bene comune, mai nessuna discriminazione tra amici e avversari politici, ma sempre massima attenzione a tutti e a ognuno”, ha ricordato Domenico Piccioni.
“Resta la sua onestà, che nessuno ha mai potuto mettere in dubbio.
Resta la sua sensibilità, signorilità: una volta uscito dalla scena politica e amministrativa, non ha minimamente interferito sulle scelte e sui programmi di quelli che gli sono succeduti. E’ l’esempio che ci lascia che diventa quasi un ideale”.

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