Omicidio Nereto, Mihaela accoltellata nella pausa pranzo FOTO VIDEO

Nereto. A far scattare l’allarme sono stati un paio di particolari, che con il passare gli istanti, sono diventati inquietanti. Nessuno era alla fermata dello scuolabus, a Corropoli, ad aspettare la bambina all’uscita da scuola.

 

E poi lei Mihalea Roua, 32 anni, non rispondeva al telefono. Era irrintracciabile e nel pomeriggio non era tornata al lavoro. E’ stata la stessa titolare dell’azienda dove la giovane lavorava a far scattare l’allarme. E’ andata in caserma, a Nereto (dopo aver visto la sua vettura parcheggiata davanti al condominio doveva viveva assieme al compagno) e di lì a poco è stata fatta la tragica scoperta.

 

I vigili del fuoco hanno forzato la porta dell’appartamento, al quarto piano di un condominio, in viale Europa. In cucina c’era il corpo della giovane mamma, Morta probabilmente qualche ora prima, uccisa a coltellate. Mihaela, da 16 anni in Italia, dove aveva seguito il compagno Cristian (ora ricercato), forse è stata accoltellata in camera da letto, poi si sarebbe trascinata fino in cucina, dove sarebbe stata trovata esamine. L’arma del delitto, un coltello da cucina, sarebbe stato rinvenuto in casa.

 

Sul posto, oltre ai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Alba Adriatica, il reparto operativo del comando provinciale, quello scientifico. Sul posto anche il sostituto di turno Davide Rosati, il tenente colonnello Luigi Dellegrazie e il colonnello Giorgio Naselli. Gli inquirenti all’uscita del condominio non hanno rilasciato dichiarazione, mantenendo uno stretto riserbo sulle indagini. All’esterno della palazzina residenziale di Nereto anche le colleghe di lavoro e gli amici di Mihaela.

 

Tutti con le lacrime agli occhi, nel ricordo di una giovane donna descritta da tutti come grande lavoratrice e sempre gioviale. Mentre il corpo della giovane madre viene portato via nella bara verso l’obitorio. Qualcuno ha anche parlato di qualche tensione con il compagno, assieme al quale aveva comprato casa nel condominio dove la giovane donna ha trovato la morte.

 

Il racconto di Diana Mariani, la titolare dell’azienda dove la giovane lavorava.

 

 

 

 

 

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