Didattica a distanza nelle scuole superiori, Flc Cgil Teramo: “Inerzia dei decisori politici”

Teramo. “Sono state diverse le occasioni nelle quali abbiamo proposto strumenti ed azioni per consentire di tornare a settembre in sicurezza a scuola. Purtroppo non si è fatto quanto si poteva. Oggi ne paghiamo le conseguenze con il ritorno alla didattica a distanza”, scrive in una nota la FLC CGIL Teramo. “Per adesso nelle scuole superiori nel 75% del tempo. Ma già ci sono diverse regioni che spingono verso ulteriori chiusure di scuole di altri ordini e gradi”.

“In questi mesi non sono stati affrontati i problemi relativi ai trasporti pubblici, è diminuita la consapevolezza sociale dell’emergenza pandemica, c’è stato uno scaricabarile di responsabilità tra gli enti locali, i sistemi di assunzione del personale scolastico sono stati tardivi e insufficienti. Il ritorno alla didatti a distanza è una sconfitta per il sistema paese. Significa considerare non essenziale l’istruzione e la formazione; significa, nel medio periodo, accentuare le diseguaglianze sociali. Chi lascia gli studenti a casa commette un grave atto di irresponsabilità. Eppure in ogni istituzione scolastica in questi mesi si è lavorato in maniera indefessa per consentire il ritorno in sicurezza da parte dei docenti, degli ATA e, soprattutto, degli studenti”.

Di seguito una lettera rivolta ai propri alunni di una dirigente scolastica di una scuola superiore che, nel ripercorrere il grande lavoro fatto dalla comunità scolastica, manifesta tutto il suo sconforto per quanto sta accadendo.

In tre mesi, abbiamo pulito e sanificato edifici, come se fossero ospedali; abbiamo acquistato macchinari per le pulizie e la disinfezione dei quali ignoravamo l’esistenza fino al giorno prima; abbiamo studiato schede tecniche e formule chimiche; abbiamo misurato a 40° all’ombra aule, atri, biblioteche e laboratori al pari di ingegneri e architetti; abbiamo diviso aree per misure che variavano al variare degli umori e previsto segnaletica orizzontale e verticale per distanziare banchi e tracciare percorsi sicuri; abbiamo fatto conferenze di servizio in pieno agosto; abbiamo fatto gare notte e giorno per rifornire la scuola del necessario, dell’occorrente, del prevedibile, dell’immaginabile e dell’inimmaginabile, con i fiumi di soldi arrivati, e continuiamo a farne quasi tutti i giorni.
Abbiamo letto giorni interi e sintetizzato normative su normative, abbiamo prodotto protocolli di sicurezza, Regolamenti, nuovi documenti per la didattica digitale integrata e per la verifica e la valutazione, nuovi Patti di corresponsabilità, atteso chiarimenti dei chiarimenti; abbiamo scritto enciclopedie di disposizioni, riempito siti scolastici e piattaforme con rilevazioni un giorno sì e l’altro pure. Ci siamo attrezzati per ogni evenienza, per la scuola in presenza e in DaD, cambiando orari e organizzazione con un lavoro spesso notturno e festivo.
Parliamo con mascherine, abbiamo consumato le mani e riempito la scuola di gel disinfettante, compilato registri per il contact tracing, trascorso ore al telefono con il dipartimento di prevenzione: dal 9 ottobre temiamo gli squilli del telefono!
Dal 5 marzo 2020 non abbiamo né tregua né disconnessione…
Insomma, ragazzi/e, ci abbiamo provato a tenervi tutti a scuola ma non ce l’abbiamo fatta!
Il mondo che ruota intorno alla scuola non si è adeguato, non ha ritenuto importante offrirvi la scuola che meritate, quella in presenza. Scusateci!

“Pensiamo”, conclude la nota della FLC CGIL Teramo, “che qualcosa in più si possa e si debba fare per evitare il ritorno alla didattica a distanza. Lo chiede tutto il mondo della scuola. Lo richiama la Carta Costituzionale quando, nel ribadire che la scuola è aperta a tutti, individua nell’istruzione un diritto costituzionalmente garantito (non un servizio da erogare). Noi non ci rassegnamo e continueremo a batterci per rendere pienamente esigibile questo diritto, con il ritorno di tutti a scuola”.

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