Alba Adriatica, spiaggia di alimentazione: c’è il collaudo dell’opera

Alba Adriatica. C’è il collaudo per la spiaggia di alimentazione: la maxi-opera di ricostruzione del litorale nord di Alba Adriatica del costo di 2milioni di euro.

 

E se parte della spiaggia, già durante l’estate, è stata inghiottita dal mare, negli ultimi giorni sono state pubblicate le risultanze del collaudo sui lavori effettuati dopo le verifiche dello scorso 15 di luglio.

Un aspetto va chiarito: i lavori sono stati realizzati come da progetto previsto. Però ci sei distinguo a partire da fatto che il progetto esecutivo è stato tarato si una situazione diversa rispetto a quella reale. I lavori, infatti, iniziati nel 2022 erano tarati su un progetto esecutivo di quattro anni precedenti: periodo nel quale il fenomeno erosivo è andato avanti. La Regione ha cercato, attraverso la variante, di avvicinarsi al volume di sabbia necessario per implementare il campo di intervento (da 93mila a 112mila metri cubi), ma comunque inferiore a quello che sarebbe stato necessario per avere un risultato diverso. E poi durante la verifica il tecnico non ha potuto non evidenziare l’esistenza di un gradone di almeno mezzo metro, che è stato creato dalle mareggiate dopo la conclusione dei lavori.

“L’ammanco dei volumi di sabbia, rispetto a quelli che sarebbero stati necessari per ottenere la configurazione della spiaggia rappresentata nel progetto esecutivo”, si legge nella relazione allegata al collaudo, “incide inevitabilmente sulla durata complessiva dell’intervento, tant’è che la stessa è stata rideterminata in massimo 3anni. Con il perdurare dell’azione erosiva dovuta alle mareggiate e prendendo atto di quanto già sia arretrata la linea di riva dal momento della consegna dei lavori al momento del collaudo, la vita utile della spiaggia di alimentazione deve essere rideterminata al ribasso, con ogni probabilità non superiore a 3 anni, salvo eventi meteomarini avversi, imprevedibili e imponderabili, anche di non particolare intensità, che potrebbero comprometterne la durabilità e la funzionalità”.

In pratica, le opere realizzate sono collaudabili: pur avendo rilevato una mancanza non pregiudica la stabilità dell’opera e nè la funzione che è deputata a svolgere.

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