Tumore al seno, la Fondazione Veronesi premia una ricercatrice teramana

Teramo. Classe 1976, di Teramo, una laurea in biologia conseguita all’Università dell’Aquila seguita da un Dottorato di Ricerca in Oncologia e Patologia Molecolare e Genetica presso gli atenei di Chieti-Pescara e Rouen (Francia): è questo il profilo di Daniela Di Giacomo, vincitrice, fra i 130 ricercatori premiati per l’anno 2014, di una borsa di studio di Fondazione Veronesi, sostenuta dalla delegazione di Teramo.

“Assegnando una borsa di ricerca alla dottoressa Di Giacomo – dichiara Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione – abbiamo voluto valorizzare l’eccellenza di una formazione internazionale, vocata a una ricerca scientifica innovativa e avanguardista come è nei nostri obiettivi”.
La giovane abruzzese svilupperà presso l’Università dell’Aquila un progetto di alto contenuto scientifico volto identificare la predisposizione genetica al tumore del seno attraverso l’utilizzo di una piattaforma biotecnologica innovativa.

“Lo studio – precisa la ricercatrice – parte dal fondamento che all’incirca il 10 per cento dei tumori al seno insorge da mutazioni genetiche, in particolare nei geni per BRCA1 e BRCA2, che aumentano il rischio di questa neoplasia, ma anche del tumore dell’ovaio di oltre l’80 per cento”. Da qui l’importanza di disporre di uno strumento che consenta di individuare nuove mutazioni, varianti genetiche e/o riarrangiamenti cromosomici che alterano la produzione delle proteine responsabili di questi due tumori femminili tra i più diffusi, quantificandone anche in maniera più precisa l’aumento di rischio. Daniela Di Giacomo verrà premiata in Campidoglio il prossimo 26 marzo, insieme agli altri vincitori, nel corso della cerimonia di assegnazione dei Grant 2014.

È grata, Daniela di Giacomo, a Fondazione Veronesi e alla delegazione di Teramo che, insieme, hanno sostenuto e apprezzato il valore della sua ricerca mirata all’individuazione di fattori genetici predisponenti al tumore del seno. Un progetto prezioso con ricadute positive sull’intera collettività femminile ma che, per la giovane ricercatrice, ha anche un significato affettivo. “Lo studio ha l’intento di arrivare a perfezionare e poi utilizzare una piattaforma clinica – spiega la dottoressa Di Giacomo – per l’identificazione di donne con predisposizione al cancro al seno e all’ovaio, scelte in questa fase iniziale fra le famiglie abruzzesi”.

In ogni progetto premiato da Fondazione Veronesi, anche in quello di Daniela Di Giacomo, c’è dunque l’innovazione e la sfida verso nuovi traguardi. “La ricerca – commenta Paolo Veronesi – guarda continuamente avanti e invita gli oncologi e gli scienziati che operano in questo campo a impegnarsi ancora di più per curare i tumori, scoprirli prematuramente, identificare strumenti di diagnosi e prevenzione efficaci così come soluzioni terapeutiche mirate alla natura del tumore perché personalizzate sulla paziente”.

In questo obiettivo rientra anche la piattaforma biotecnologica, messa a punto negli ultimi 15 anni, grazie alla collaborazione fra l’Università dell’Aquila, l’Ospedale San Salvatore e l’Università di Rouen in Francia. “L’idea di creare questo strumento – commenta ancora la ricercatrice – nasce dal fatto che una parte dei tumori del seno, all’incirca il 10%, hanno origine genetica. Vale a dire che possono insorgere a causa di mutazioni in alcuni geni, in particolare BRCA1 e BRCA2, che ne aumentano il rischio fino all’80%,. Identificare donne portatrici di queste mutazioni prima che si ammalino è essenziale per attuare programmi di prevenzione e sorveglianza medica più stringenti. Inoltre, esistono altre donne con predisposizione familiare al tumore al seno che presentano mutazioni genetiche di significato funzionale sconosciuto, denominate VUS, i cui meccanismi di associazione al tumore non ancora noti.”. Lo studio intende dunque identificare queste mutazioni – le VUS appunto – e capire se possano influenzare l’espressione e l’azione delle proteine BRCA1 e BRCA2, interagendo sulla predisposizione allo sviluppo del tumore del seno e dell’ovaio.

“Sono progetti come questi, di alta innovazione – conclude Chiara Tonelli, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Veronesi, che ha contribuito alla selezione delle candidature per i Grant 2014 – che ci porteranno a un rapido trasferimento dei risultati dai laboratori di ricerca alla pratica clinica, alla prevenzione e, nei nostri migliori auspici, alla sconfitta della malattia”.

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