Venti di crisi per L’Araldo Abruzzese: la Diocesi azzera il personale

araldoTempi difficili per L’Araldo Abruzzese. Lo storico settimanale della Diocesi di Teramo-Atri si trova ad affrontare uno dei suoi momenti più difficili, legati alla crisi economica.

Una crisi che colpisce ogni giorno le aziende editoriali, e non solo, e non ha lasciato indenne nemmeno il primo (anagraficamente) periodico abruzzese, pur forte dei suoi 109 anni di storia. Ma la crisi non guarda in faccia a nessuno e non risparmia nemmeno chi “gode” in un certo senso, di “alte” protezioni.

Tant’è. Le pubblicazioni si sono fermate, come da tradizione, per la pausa estiva, con un arrivederci al 15 settembre. Ma da allora non si è saputo più nulla. Quel che è certo è che i soldi sono pochi, la Curia non se la sente piú di sostenere gli alti costi e per questo ha scelto forse la strada “più in voga” oggi: il licenziamento. Via le uniche due dipendenti presenti nella redazione di via della Verdura a Teramo. Per loro non c’è piú spazio, né disponibilità di fondi per gli stipendi. Un “fulmine a ciel sereno”, ma a quanto pare una decisione dalla quale non si può tornare indietro, presa nel chiuso delle stanze del “palazzo”.

Si torna “al passato”, quando L’Araldo si basava esclusivamente sul volontariato. E in ballo, c’è anche un cambio di direzione. L’attuale direttore, Gino Mecca, aveva già rassegnato le dimissioni prima della pausa estiva, ma ad oggi non è ancora chiaro chi prenderà il suo posto. Forse un sacerdote, com’era prima dell’arrivo del primo direttore laico, Giovanni Verna.
Un ritorno al passato, piuttosto che un salto in avanti, verso la modernità, verso una Chiesa aperta e piú vicina al territorio. In barba alle direttive di Papa Francesco.

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