Debiti per oltre un milione e mezzo di euro: la Deco chiude le porte ai rifiuti del Mo.Te

discaricaTeramo. Un milione 596 mila 707 euro. A tanto ammonta il debito che il Mo.Te spa, la società Montagne Teramane e Ambiente, che si occupa dei rifiuti in 21 comuni soci della provincia (Basciano, Campli, Canzano, Castel Castagna, Castellalto, Castelli, Cellino, Cermignano, Colledara, Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Isola, Montorio, Penna S.Andrea, Pietracamela, Rocca S.Maria, Teramo, Torricella, Tossicia, Valle Castellana), ha contratto nei confronti della Deco Spa, gestore dell’impianto di smaltimento a Casoni di Chieti.

Una situazione che, come la definisce la stessa Deco in una nota, è diventata “obiettivamente insostenibile”. E le ripercussioni potrebbero essere le più dure: chiusura dei cancelli a partire da venerdì. In una parola sola: emergenza.

“L’esposizione debitoria della società MO.TE. S.p.A. nei confronti di DECO S.p.A. si aggrava sempre di più” si legge nella nota. “La società MO.TE. S.p.A. non ha pagato il servizio di trattamento rifiuti effettuato nel periodo maggio/dicembre 2012, per un importo complessivo di Euro 1.150.624,62, tanto che DECO S.p.A. è dovuta ricorrere al Tribunale di Teramo per l’ottenimento di un decreto ingiuntivo, successivamente opposto dalla stessa MO.TE. S.p.A. Ciononostante, la Società teramana, pur continuando ad avere libero accesso al servizio di trattamento rifiuti presso l’impianto di DECO, in località Casoni di Chieti, è rimasta inadempiente, omettendo di pagare le prestazioni correnti anche per i primi mesi dell’anno in corso, giungendo così a maturare un ulteriore debito di Euro 446.082,35”.

Deco si chiama, dunque, fuori, da ogni possibile disagio che potrebbe derivare all’utenza: la colpa è tutta del MoTe, che non paga il dovuto.

Da qui, l’annuncio relativo alla “sospensione dei conferimenti dei rifiuti al proprio impianto di Chieti, che a partire da venerdì 5 luglio Deco sarà costretta a mettere in atto, in assenza, quantomeno, del pagamento della quota corrente. Non sono più sufficienti le costanti rassicurazioni, puntualmente disattese, sul regolare pagamento delle quote correnti, né modesti pagamenti parziali che non consentono, in nessun modo, di ridurre l’esposizione debitoria di MoTe”.

 

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