Torricella Sicura, la protesta degli ex Lsu scuola: “Calpestati nella nostra dignità”

Una situazione che va avanti da oltre 20 anni e che non vede ancora il barlume di una soluzione.

Si è svolta questa mattina a Torricella Sicura un incontro promosso dai lavoratori regionali socialmente utili, impegnati nel settore scuola, che lamentando la difficile situazione della categoria, lasciata in completo abbandono dalle istituzioni, annunciando la partecipazione ad uno sciopero nazionale indetto per il prossimo 10 novembre.

“Sono oltre 20 anni che prestiamo servizio nelle scuole”, ha detto Gilda Caruso, una dei circa 300 lavoratori interessati, “senza che ci venga riconosciuto quanto fatto finora. L’ingresso di Consip e delle scuole belle, poi, è stato davvero un fallimento, con l’ulteriore riduzione delle ore lavorative e la conseguente riduzione drastica degli stipendi”.

Questi lavoratori, deputati inizialmente solo alle pulizie degli edifici scolastici e poi, con il progetto “Scuole belle”, anche ai lavori di piccola manutenzione e pittura, infatti, si sono visti assottigliare sempre di più il monte ore lavorativo, arrivando addirittura in alcuni casi ad una sola ora settimanale con uno stipendio che si attesta intorno ai 50 euro al mese.

Ad ascoltare gli ex Lsu e a portare la propria solidarietà, c’erano anche alcuni sindaci dell’entroterra e i consiglieri comunali di Teramo, Paola Cardelli e Fabio Berardini. Quest’ultimo ha ribadito l’impegno del Movimento 5 Stelle in questo settore, con un emendamento presentato al Governo dall’onorevole Luigi Gallo, bocciato senza neanche la discussione in aula, per favorire l’inserimento di questi lavoratori nel comparto della scuola pubblica.

“Persone dimenticate dallo Stato”, ha detto Berardini, “sottopagate, assunte dalle cooperative che con la Buona Scuola di Renzi si sono viste solo prolungare l’agonia. Perché nonostante i soldi stanziati per le cooperative si vedono corrisposti stipendi da fame”.

La speranza, come dicono i lavoratori, è che sensibilizzando i sindaci si possa far pressione sul Governo e possa accadere quanto avvenuto già in Sicilia quando, durante la campagna elettorale per il rinnovo delle regionali, i circa 500 lavoratori socialmente utili utilizzati nelle scuole sono stati stabilizzati.

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