Roseto, l’idea dell’architetto Di Sante per recuperare il pontile

Un’estate senza poter passeggiare sul pontile, sperando che presto quella struttura, simbolo del turismo di Roseto, possa essere recuperata, consolidata e riconsegnata ai suoi cittadini.

Oggi il pontile è transennato, inaccessibile perché cade a pezzi, perché ci sono gli spuntoni del ferro arrugginito utilizzato col calcestruzzo durante la realizzazione dell’opera che ha circa 30 anni. C’è chi ha a cuore le sorti di quella struttura e così ha deciso di elaborare un progetto che possa essere almeno preso in considerazione dall’amministrazione comunale e dalla Regione che dovrà trovare i fondi per gli interventi.

E’ il caso dell’architetto Giuseppe Di Sante, consigliere comunale del Pd e presidente della Commissione Urbanistica. In qualità di libero professionista ha studiato un’ipotesi di intervento per il recupero del pontile. Consolidamento e protezione dei due lati sino a due terzi della lunghezza del pontile con massi ciclopici, eliminazione di tutte le paratie in cemento, realizzazione della passeggiata con materiale simil legno, sistemazione della balaustra in acciaio e di una zona di ombreggio che si ispira alle barche in genere. Ha lanciato questa sua idea attraverso la propria pagina facebook.

“In sintesi il pontile è un’opera che ha circa 30 anni”, sottolinea l’architetto Di Sante, “non sono mai state fatte manutenzioni, quindi è arrivata l’ora di metterci mano, (sempre se si trovano i finanziameti). Mi sono cimentato a progettare naturalmente gratis, con l’aiuto di giovani designer, una proposta, che ho chiamato “oltre il pontile”. Ho pensato ad una banchina sul versante sud, per creare un attracco per piccole imbarcazioni, oltre ad una struttura sulla costa ghiaiosa, minimalista ma necessaria, per organizzare eventi ricreativi e culturali. Ho pensato ad una gestione dell’insieme, alla pulizia e guardiania, naturalmente un look completamente nuovo, una illuminazione led, dai vari colori, e tanti altri dettagli. Ma sono ben accetti anche i suggerimenti”.

I commenti che si sono susseguiti sono stati molto positivi. C’è chi ha apprezzato tale soluzione, suggerendo però anche un’alternativa. Come proposta ad esempio da Adriano De Ascentiis, responsabile dei Calanchi di Atri ed esponente del Wwf.

“L’idea è molto bella, ma colgo l’occasione per provare a seguire un’altra strada”, dice De Ascentiis, “perché non pensare di utilizzare quell’area per delocalizzare il porticciolo di Roseto? La natura dei fondali lo permetterebbe, così come la presenza della guardia costiera e le altre strutture già esistenti avrebbero solo da guadagnare nell’essere dislocate in un’area che, se attentamente riqualificata, diventerebbe un’eccellenza per questa città. In più avremmo come vantaggio di riqualificare la foce del Vomano che diventerebbe un’oasi di straordinaria bellezza. Sappiamo tutti che il porto di Roseto è localizzato in una zona a forte rischio idrogeologico poiché realizzato in pieno alveo fluviale. Con un intervento si risolverebbero due problemi!”.

Dunque il dibattito è aperto e la soluzione è a portata di mano. Ma serve ovviamente un finanziamento affinché il sogno diventi realtà.

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