Acqua del Gran Sasso non potabile, aperta l’inchiesta

C’è un nuovo fascicolo d’inchiesta in merito alla non potabilità dell’acqua delle ore recenti. Dopo quello aperto qualche settimana fa ed aperto in conseguenza a presunti sversamenti nello scorso agosto, la procura di Teramo apre un fascicolo anche per quanto sta accadendo nella provincia teramo.

A deciderlo il pm di turno Stefano Giovagnoni, che vuole evidentemente vederci chiaro nei pressi del Gran Sasso.

Il primo fascicolo venne aperto in conseguenza a diversi esposti arrivati presso la procura di Teramo.

Nel frattempo l’Arta ha comunicato che il consumo può riprendere, con i supermercati ieri presi d’assalto e tante persone che si sono dovute accontentare di bevande alternative.

TRE MAGISTRATI AL LAVORO. Nel corso della mattinata, è stato poi stabilito che sarà un pool composto da tre magistrati ad indagare sul nuovo presunto episodio di inquinamento che ieri aveva portato, in via precauzionale, a sospendere l’utilizzo per fini potabili dell’acqua proveniente dalle captazioni del Gran Sasso e destinata a rifornire le utenze di 32 Comuni del teramano, compreso il capoluogo.

Il pool, composto dai pm Stefani Giovagnoni, Greta Aloisi e Davide Rosati, indagherà su due episodi, sia quello dell’8 maggio sia quello dello scorso agosto, riuniti in un unico fascicolo.

Ieri la decisione di sospendere l’utilizzo dell’acqua ai fini potabili era stata assunta dopo che i primi rilievi dell’Arta avevano stabilito la non conformità di odore e sapore dei campioni prelevati l’8 maggio. Rilievi che avevano messo in moto gli ulteriori accertamenti, da parte dell’Arta dell’Aquila.

Gli esiti degli accertamenti sui campioni prelevati l’8/5 dovrebbero arrivare nel corso della giornata, così come quelli dei campioni inviati dalla Asl all’Università di Padova.

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