Elezioni Roseto, Verrocchio (PD): sconfitta preannunciata

verrocchio_robertTeramo. “Nessuna resa dei conti”. Queste le parole che, quasi come un mantra, venivano ripetute dagli otto membri della segreteria provinciale del Pd che ieri sera si è riunita nella sede di Teramo. “Non ci saranno teste che rotoleranno”, aggiunge Marco Citerei, uno dei vicesegretari. Certo, però, che “i metodi, anche in provincia, dovranno cambiare”, riflette un dirigente presente alla prima relazione del segretario Robert Verrocchio dopo la tornata amministrativa che ha visto il crollo di Roseto. Un relazione definita “dura” da un dirigente teramano (“e non poteva essere che così – nota lo stesso – visto che è cascata una roccaforte come Roseto”).

Il linguaggio è quello felpato della politica, ma l’impressione è che nelle prossime settimane si assisterà alla messa in discussione di interi gruppi dirigenti del Pd. Nei prossimi giorni gli organi provinciali intendono procedere a tappe forzate per una ridefinizione degli equilibri politici nel teramano. “A chiedercelo sono stati gli stessi elettori”, dice un altro dirigente di Teramo, nel giorno in cui il referente rosetano del Pd Celestino Salvatore annunciava le proprie dimissioni.
“A perdere non è stato il Pd provinciale, ma quello locale, e dai dati emerge che il centrodestra non ha vinto”. Questo l’asse portante della relazione di Verrocchio. Con corollari che lasciano poco spazio a interpretazioni. Nel suo intervento di un’ora, il segretario provinciale a proposito di Roseto ha parlato di “sconfitta preannunciata, prevedibile quando al voto si arriva senza unità, senza rinnovamento, senza umiltà, litigiosi”. “Loro ci dissero che conoscevano meglio il territorio, li abbiamo lasciati fare, ma i risultati sono stati quelli che sono stati”, aggiunge un dirigente.
Dunque “svolta nei metodi”, che oltre a Roseto dovranno mutare anche in provincia. Nel secondo comune del teramano, questa l’intenzione, si dovrà fare spazio ai giovani. E se sul banco degli imputati non sono stati fatti salire nomi, sul fronte del rinnovamento alcune ipotesi si sono fatte. Tra i papabili per la guida del futuro Pd rosetano Raffaella D’Elpidio, la new entry dei democratici in consiglio, e Simone Tacchetti, capogruppo uscente e secondo più votato nella lista del Partito Democratico. Accantonata, ma non ancora del tutto cassata, l’ipotesi commissariamento per il circolo, ritenuta un extrema ratio al momento non necessaria. I vertici provinciali, però, saranno i “garanti del cambiamento”, assicura il segretario, che sarà presente nel direttivo locale del partito in programma per lunedì prossimo.

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