Ascoli. La prova che gli inquirenti cercavano potrebbe nascondersi in un tabulato telefonico. È quanto trapela dalle mura della procura ascolana, che è ancora a lavoro per risolvere il mistero attorno alla morte di Melania Rea, la 29enne di Somma Vesuviana ritrovata accoltellata nel boschetto di Ripe di Civitella, in provincia di Teramo, lo scorso 20 aprile.
Secondo alcune voci, sembra infatti che il lavoro degli investigatori abbia portato a un risultato di fondamentale importanza per una svolta nelle indagini. Pare che un tabulato telefonico dimostri che i cellulari della Rea e del marito, il caporal maggiore Salvatore Parolisi, si siano agganciati alla stessa cella telefonica che si trova nella zona tra Cerqueto e San Giacomo. Più in particolare, entrambi i dispositivi sarebbero stati agganciati nella fascia oraria tra le 14.00 e le 14.30 del 18 aprile 2011.
Se confermata, si tratterebbe senza dubbio di un elemento in grado di aggravare la posizione del marito di Melania, già da tempo sotto l’occhio attento degli inquirenti che continuano a lavorare alla ricerca delle prove necessarie a dare un volto all’assassino della giovane mamma campana. In caso di conferma, l’elemento sarebbe infatti la dimostrazione che Parolisi e la moglie si trovavano assieme nel momento in cui, secondo i risultati dell’autopsia dell’anatomopatologo Adriano Tagliabracci, si sarebbe consumato l’efferato delitto.