Il Convento di Mosciano chiude il 13 settembre: il commento di Mastromauro e Di Marcello

convento_moscianoMosciano. La decisione della Curia Provinciale dei Frati Minori d’Abruzzo di richiamare i frati dal Convento di Mosciano Sant’Angelo era stata già presa tre anni fa. Padre Carlo Serri, ministro provinciale dei Frati Minori, lo ricorda nella missiva inviata il 4 agosto scorso al sindaco di Mosciano Sant’Angelo con la quale, non senza rincrescimento, comunica la decisione definitiva di sopprimere l’insediamento francescano restituendo al Comune, il 13 settembre, gli edifici conventuali. Contro la chiusura del Convento si era formato anche un Comitato cittadino che nulla ha potuto.


“Abbiamo percorso ogni via praticabile, compreso il consiglio comunale straordinario e urgente convocato l’11 agosto del 2007 congiuntamente tra i comuni di Mosciano e Giulianova. Purtroppo – hanno dichiarato all’unisono Francesco Mastromauro e Orazio Di Marcello, rispettivamente sindaci di Giulianova e di Mosciano Sant’Angelo – oltre ciò non è proprio possibile andare, perché  la decisione della Curia Provinciale dei Frati Minori risulta irrevocabile. Quest’Ordine Francescano e benemerito, non è un mistero, ha subito nel corso degli anni una vera e propria emorragia di religiosi, ciò che impedisce di tenere in vita molti conventi, anche antichissimi come, appunto, quello di Mosciano. Tuttavia l’attività della parrocchia, che include anche la chiesa di Case di Trento a Giulianova, non sarà compromessa, come ci ha assicurato il Vescovo di Teramo-Atri Michele Seccia. E la prospettiva di istituire un Centro di Spiritualità nazionale dell’AGESCI, richiesta dallo stesso vescovo aprutino insieme con i responsabili nazionali e regionali della stessa AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, ndr), consentirà di assicurare piena funzionalità alla scuola materna, al micro-nido, alla biblioteca conventuale e, insomma, a tutto ciò che per anni è ruotato intorno al Convento. Di certo la decisione dei vertici francescani, per quanto necessitata, è per noi fonte di dolore. Ma di fronte a questa scelta – hanno concluso i due sindaci – abbiamo purtroppo le mani legate. E nulla si poteva fare di più di quanto abbiamo fatto”.

 

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