Un edificio, gestito dalla Giulianova Patrimonio, venduto per poco più di due milioni di euro, che avrebbe dovuto essere ristrutturato, rispettando un vincolo della Soprintendenza che, all’epoca, sembrava essere limitato solo al mantenimento dei prospetti esterni, realizzando nuovi volumi edilizi nella parte restrostante, secondo indici e parametri del P.R.G. vigente in quel periodo, indici e parametri confermati anche successivamente dagli strumenti urbanistici che si sono succeduti.
Ma al momento di presentare il progetto di recupero sembra che la ditta abbia incontrato le prime difficoltà, dovute, probabilmente, ad una mancata richiesta degli obbligatori pareri della Soprintendenza dei Beni Culturali e Paesaggistici sulle varianti al PRG. Al momento di esaminare gli elaborati di progetto, quindi, la Soprintendenza avrebbe obiettato una serie di incongruenze che, di fatto, renderebbero irrealizzabili le volumetrie previste dal Piano Regolatore Generale e dal relativo piano attuativo, tanto che, sembrerebbe, la proprietà sarebbe intenzionata a chiedere l’annullamento dell’atto di acquisto e il risarcimento dei danni subiti cosa che, se si concretizzasse, porterebbe all’esborso, da parte del Comune, di 2 milioni di euro e più, con le conseguenze, sulle casse comunali, che tutti possono immaginare.
A questo punto, se tali indiscrezioni venissero confermate, sarebbe da chiedersi come mai si è omesso di richiedere il parere della Soprintendenza per un edificio tutelato sia dal punto di vista paesaggistico che architettonico, e perchè sono stati previsti indici e parametri edilizi che, di fatto, sono irrealizzabili, vendendo un bene pubblico praticamente inutilizzabile.
Ma, ad oggi, si è ancora nel campo delle ipotesi, e i prossimi giorni diranno se si concretizzerà la richiesta di risarcimento e quali saranno le conseguenze sull’amministrazione comunale, oltre che sulle tasche dei cittadini.