Nereto, M5s: basta parlare di rifiuti, amministrazione evasiva sulle filiere virtuose

Nereto. Basta parlare di rifiuti, concetto arcaico e vetusto. E’ ora di parlare di materie.
Il Movimento 5 Stelle di Nereto entra di diritto nella discussione sul tema della raccolta dei rifiuti a Nereto, introducendo anche un altro concetto. Quello delle filiere virtuose e della nascita a Nereto del laboratorio cittadino per il bene comune.
“Va evidenziata”, si legge in una nota, ” la mancata presa d’atto da parte dell’assessore Pierino Di Pietro, del progetto delle Filiere virtuose, che il M5S appoggia dall’inizio.

 

Scopo del laboratorio è il sì il riciclo ma anche una sostanziale riduzione dei costi di servizio da parte dei cittadini tramite la vendita diretta dei materiali di scarto (plastica,vetro, carta,organico etc etc…).Tramite tale metodo il cittadino potrà rivendere i rifiuti da lui prodotti nei centri di raccolta vicino casa e usufruire immediatamente dei soldi derivanti dalla vendita. Chiarito questo ci domandiamo come mai l’amministrazione sia così miope davanti a un progetto dalle grandissime potenzialità e dal grandissimo guadagno per i cittadini”.

Il tema dei costi e del risparmio è alla base, come è noto, della scelta dell’ente di ridurre da due ad uno i giorni di raccolta del rifiuto secco a Nereto.

“I 45mila euro di risparmio tanto decantati dall’assessore sono ridicoli”, dicono ancora i Pentastellati, ” in confronto al risparmio che si avrebbe adottando il progetto delle filiere virtuose.
Se è vero che una sola riduzione della raccolta del secco permette di recuperare 45 mila euro, è vero anche che con la raccolta differenziata di qualità delle materie prime seconde omogenee la riduzione della raccolta sarebbe per il 90%-95%, con il vantaggio di minimizzare al massimo i costi. Quindi la compensazione sarebbe immediata.
Il Comitato locale dei Cittadini virtuosi, quali “detentori” delle materie MPSO” potrebbero, favorire la compensazione della suddetta quota-addizionale anche in altro modo.

 

A sostegno di questa tesi, vengono fatti degli esempi concreti. La compensazione a favore del Comune, infatti, potrebbe arrivare attraverso la vendita delle materie e il compost alla Poliservice.
O in alternativa alla Poliservice, attraverso sempre la vendita delle materie MPSO e il compost — perché sia “essa stessa” a compensare la suddetta addizionale per il tempo utile all’applicazione del correttivo.

 

“Va ricordato”, si legge, ” che le materie avrebbero un controvalore di mercato maggiore delle materie prime derivate da rifiuto e quindi le compensazioni annue potrebbero essere facilmente operate dai Cittadini virtuosi (magari tutta la cittadinanza).

 

La realizzazione di una delle due ipotesi, potrebbe avvenire attraverso uno specifico contratto di compravendita compensativo con contro-valori calmierati (preventivamente concordati tra le Parti e fissi), ne più ne meno una formula più evoluta di quello che oggi viene operato dai Centri Commerciali quando gli si porta le frazioni delle plastiche e del vetro.
Cos’è che spinge l’amministrazione far finta di nulla e tirare avanti con le sconsiderate scelte? Secondi noi un misto di incapacità verso il tema “rifiuti” ed interessi nei confronti dell’attuale azienda detentrice del servizio di ritiro. Per il primo, lasceremo giudicare i cittadini ma se la loro soluzione è quella di togliere un “giorno di ritiro” e quindi un servizio alla cittadinanza, allora si può dire che non sbagliamo se parliamo di incapacità nel gestire la cosa e aprirsi a nuove soluzioni.
Il secondo punto è alquanto più eloquente: si preferisce continuare a far pagare i cittadini continuando sempre con la stessa azienda e quindi adottando sempre la stessa politica vecchia e inadatta sui rifiuti invece di adottare un metodo nuovo già collaudato in altra realtà che porterebbe un duplice vantaggio, ambientale ed economico, con il secondo che dato i tempi di crisi risulta essere molto più sentito dai cittadini”.

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