Pescara, Auditorium Flaiano: omaggio al ‘poeta maledetto’ Baudelaire

Pescara. Un omaggio al ‘poeta maledetto’ Charles Baudelaire in occasione dei 150 anni dalla morte quello che si terrà all’Auditorium Flaiano il prossimo venerdì 15 dicembre.

Alle ore 21:00 il sipario si alzerà su ‘Le fleurs du mal’ (‘I fiori del male’), titolo tratto dall’omonima raccolta di poesie dell’autore parigino, pubblicata in prima edizione nel 1857. Lo spettacolo, a cura di Luciano Paesani dell’associazione culturale ‘Non solo in frac’, mette insieme teatro, musica e danza, e vuole essere un omaggio al poeta, definito ‘maledetto’ (‘maudìte’) da Paul Verlaine, che con questo appellativo indicava se stesso e quegli artisti che, in diverse epoche, rigettavano le etichette imposte dalla società e conducevano uno stile di vita sregolato e provocatorio; artisti talentuosi, per lo più incompresi dai loro contemporanei.

Oggi in Comune la presentazione dello spettacolo, che vedrà anche l’allestimento di una mostra di opere del pittore Sandro Melarangelo ispirate ai versi di Baudelaire; presenti l’assessore Giovanni Di Iacovo, Roberta Giorgi dell’associazione promotrice e il regista Luciano Paesani.

“Poco si è parlato di Baudelaire come uno dei punti di riferimento della poesia mondiale”, afferma l’assessore Giovanni Di Iacovo, “ma anche come immaginario, figura, intensità dei temi trattati. Quest’anno grazie alla proposta di Paesani e Roberta Giorgi abbiamo un’iniziativa completa che lo ricorda a 160 dalla pubblicazione dei Fiori del Male, che hanno influito nella formazione di tante generazioni e nella cultura contemporanea”.

“Ancora oggi Baudelaire è l’autore più amato e letto dai giovani, il ché significa che l’impatto della sua poesia continua ad essere forte”, dice Roberta Giorgi dell’associazione culturale “Non solo in frac”. “Lo spettacolo è imperniato sulla traduzione dell’autore da parte di Romano Palatroni, intellettuale ascolano che si era dedicato da dilettante al teatro. A 31 anni egli andò in Libia, perché entrò nell’amministrazione dell’esercito e qui lo sorprese la guerra, fu prigioniero in Inghilterra e America e al ritorno in Italia si stabilì a Milano e lavorò nel mondo della cultura. Pubblicò alcune delle sue traduzioni in un’antologia, tradusse testi e cominciò a creare un cenacolo di amanti della poesia, era inserito nella vita culturale della città, ma dovette rinunciare, tornò nelle Marche, passo gli ultimi anni a Osimo con una sorella e facendo il ragioniere. L’anno dopo la sua morte, la Nuova Accademia ha pubblicato una traduzione di Baudelaire di sua mano che poi è stata interpretata dal grande attore Renzo Ricci e solo di recente, nel 2015, la Dakota Press ha ripubblicato le poesie e reso possibile lo spettacolo che si ispira alla traduzione di Palatroni e a questa ripubblicazione”.

“Avevo 16 anni quando ascoltai la registrazione di Ricci che declamava alcune poesie de Les Fleurs du Mal e rimasi scioccato dalla bellezza e dall’ironia che sprigionavano”, conclude il regista Luciano Paesani. “Tanto mi incantò la traduzione che non conoscevo, che dopo tantissimi anni ne faccio uno spettacolo. Da allora si sono avvicendate tante traduzioni, ma nessuna raggiunse il livello di quella di Palatroni, perché lui amava tantissimo il teatro e ne aveva i tempi. E la sua traduzione sembrava scritta sulle assi del palcoscenico ed era impossibile che un grande attore non si sentisse a teatro nel pronunciare quelle parole. Noi le abbiamo riprese e abbiamo inserito altre poesie che assoceremo alla musica perché se ne possa vivere completamente l’effetto”.

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