Stop alla Pescara-Arlecchino: arriva il regolamento sui colori dei palazzi

palazzoarlecchinoPescara. Basta alle ‘vie Arlecchino’: il Comune adotta il Piano del colore per le strade del centro. Niente più ombrelloni e condizionatori in bella vista e tende multicolor.

Niente più condizionatori d’aria sistemati all’esterno dei palazzi storici o nelle aree di pregio, niente ombrelloni o tende multicolori né palazzi dai colori differenti. Arrivano le regole inderogabili per effettuare opere di manutenzione o per l’installazione di elementi di arredo urbano sul territorio cittadino, specie nei cosiddetti luoghi identitari della città, come il centro storico o l’area circostante la Riserva naturale dannunziana. Il Comune di Pescara si prepara ad adottare il regolamento di attuazione per l’arredo urbano e per il Piano del Colore, una delibera già approvata dalla giunta e che il prossimo 30 agosto verrà sottoposta all’esame del Consiglio comunale.

Una volta reso esecutivo, il documento diventerà la ‘Bibbia’ per tutti coloro che presenteranno progetti di manutenzione ordinaria di edifici situati in zone di particolare rilevanza e  lo strumento che andrà a disciplinare l’installazione di insegne pubblicitarie o elementi di arredo urbano, come vasi, fioriere o tavolini e sedie all’esterno dei locali. Lo ha annunciato oggi il sindaco Luigi Albore Mascia nel corso della conferenza stampa odierna convocata con l’assessore alla Gestione del territorio Marcello Antonelli. “Nella redazione del documento”, ha spiegato Mascia, “abbiamo saputo coinvolgere sapientemente anche la Soprintendenza per i Beni Culturali e Paesaggistici e il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi ‘d’Annunzio’ di Chieti-Pescara, per evitare, come spesso accaduto in passato, progetti di riqualificazione alla rinfusa, che hanno trasformato la città in un grande bazar di forme e colori: palazzi al centro storico su cui all’improvviso spuntava una parete dipinta di rosso fuoco e, accanto, un edificio in mattoncini, determinando un effetto ‘arlecchino’ che non aveva nulla di artistico, ma dava tanto l’impressione di una città pensata in maniera caotica e scoordinata”.

Il Piano del Colore , per ora, è limitato alle aree di pregio storico-ambientale. Il centro storico: via dei Bastioni, corso Manthonè, via delle Caserme, piazza Garibaldi e piazza Unione, area dove sorgono le case natali di d’Annunzio e Flaiano, il museo delle Genti d’Abruzzo, l’ex bagno borbonico e il teatro Michetti. E anche  l’area di conservazione naturale identificata come Rione Pineta, tra la pineta d’Avalos e il mare, sino al torrente Vallelunga.

Per l’applicazione del Regolamento per l’arredo urbano, invece, la città è stata suddivisa in tre zone: quella appena citata, la zona urbana consolidata a ridosso delle grandi direttrici del traffico, come viale Bovio, corso Vittorio Emanuele, via Marconi e via d’Annunzio e le riviere nord e sud, e, infine, tutte le altre zone del territorio comunale a ovest del tracciato ferroviario.

I DIVIETI.

Vietata, ad esempio, l’installazione di impianti di condizionamento dell’aria, i classici cassoni posti solitamente all’esterno di locali o sui balconi delle abitazioni, vietati gli infissi d’alluminio al centro storico. Vietate le iscrizioni dipinte sul muro nudo, le insegne sulle paline, o a bandiera, ad eccezione di farmacie o tabaccherie, le insegne sui tetti e balconi o che arrechino disturbo per luminosità. Vietate antenne e parabole sui fabbricati, antenne che dovranno quindi essere centralizzate per cancellare la giungla di pali sui tetti. Il colore dominante di ombrelloni e gazebo esterni ai locali in zone come il centro storico o l’asse corso Umberto-piazza Primo Maggio, dovrà essere color panna. All’interno del centro storico, il colore degli edifici, in fase di manutenzione, dovrà essere realizzato rispettando le tonalità originali e, soprattutto, ciascun fabbricato dovrà essere simile a quello vicino per non dare l’effetto bazar.

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