Pescara. Si è svolta stamani davanti al municipio, in concomitanza con la seduta del consiglio regionale tenuta al Comune di Pescara, una manifestazione a sostegno della Nuova Pescara Subito.
Questo i nome del collettivo formato da cittadini, comitati, associazioni di categoria, associazioni e partiti sono riuniti per dire no alla proposta di legge firmata da Sospiri, D’Incecco, D’Addazio, che rinvia la fusione al 2027, 13 anni dopo il referendum pro-fusione del 2014.
I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno interrotto la seduta, con il vice presidente del consiglio regionale Domenico Pettinari che ha chiesto un’audizione al Presidente Lorenzo Sospiri. Richiesta non accotla: “Un chiaro segnale di chiusura, che ci ha spinti ad abbandonare la sala. Non chiediamo cose fuori dall’ordinario, solo il rispetto della volontà popolare e della legge” dichiarano i manifestanti, che promettono di “continuare a utilizzare qualsiasi strumento affinché la Nuova Pescara diventi realtà, subito”.
La manifestazione, moderata da Marco Camplone, ha visto la ferma denuncia di associazioni, comitati e partiti confronti del nuovo progetto di legge: “Rinviare al 2027 significa perdere 40 dei 100 milioni di euro che, se spesi in modo virtuoso, possono dare lustro e far diventare il nuovo comune un fiore all’occhiello per l’Italia in Europa e nel mondo”, hanno ribadito.
SOSPIRI: “NON UN PASSO INDIETRO”
Dopo la manifestazione, Sospiri ha ribattuto con una nota: “La Presidenza del Consiglio regionale presta molta attenzione alla voce delle 27 associazioni che stanno difendendo il progetto della Nuova Pescara e alle quali chiediamo di convergere costruttivamente e positivamente sulla modifica legislativa”, ha scritto, sostenendo che “non intendiamo rinviare sine die una norma in cui crediamo con forza e che sicuramente rappresenta un’occasione di crescita irrinunciabile, ma siamo anche consapevoli che le fusioni a freddo non sortiscono mai buoni frutti”.
“La modifica legislativa che intendiamo portare in aula ha fissato dei tempi, degli step e delle azioni ben precise, con tempi rigorosi che, se non verranno rispettati, faranno scattare alla data del primo gennaio 2024 la decadenza dei tre Consigli comunali. E da tale previsione non si retrocede di un passo”, conclude Sospiri.