Moscufo, polemica sul centro d’accoglienza: 40 profughi per 3mila persone

Lo Sprar, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo politico e Rifugiati, consente al territorio che vi aderisce, di gestire regolarmente l’arrivo dei profughi: non più di 3 per ogni mille abitanti. Moscufo, comune con poco più di 3000 abitanti, dovrebbe quindi ospitarne appena 10. A un mese dalla realizzazione del Cas in via Colombo, il Centro d’Accoglienza Straordinaria conta più di 40 profughi.

 

Questi 40 migranti arrivano da un Cas di Montesilvano che, dopo aver attivato lo Sprar, li ha portati a Moscufo, in una palazzina, appunto in via Colombo, dove, prima dello sfratto, vivevano delle famiglie italiane.

“Per evitare che a Moscufo nascano nuovi centri d’accoglienza profughi, come quello di via Cristoforo Colombo, è necessario accelerare sulla costituzione dello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo politico e rifugiati, unica strada al momento percorribile per salvaguardate il territorio e regolamentare il flusso dei migranti”, esordisce il capogruppo di opposizione, Mimmo Ferri.

Oltre a gestire regolarmente il flusso di profughi, lo Sprar eviterebbe anche l’apertura dei Cas, convenzionati tra prefettura e privati che gestiscono l’assistenza ai migranti.

“Il Cas, sin dall’inizio, ha generato nella nostra piccola comunità preoccupazioni e paure, originate da disinformazione, ma soprattutto dall’ostilità del sindaco Ambrosini contro l’insediamento”, ha aggiunto Ferri. “Il sindaco ha parlato pubblicamente di una serie di criticità riguardanti la struttura, come la connessione alla rete fognaria, tutte chiacchiere svanite nel nulla, perché in Comune ci sono documenti che attestano l’agibilità e l’abitabilità dell’edificio”.

“Già l’anno scorso”, ricorda il capogruppo, “suggerimmo l’adesione allo Sprar. Da noi potrebbero arrivare solo 10 profughi. Perché il sindaco non si è preoccupato di anticipare i tempi? L’adesione è stata invece deliberata dopo l’insediamento del Cas”.

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