Domani il corteo per rilanciare l’ospedale di Penne

ospedale penne-4Pescara. È in programma per domani a Penne, dalle ore 16.30 in Piazza Luca da Penne, il corteo indetto dal movimento cittadino per la Sanità vestina per salvare e rilanciare l’ospedale di Penne.

Ne dà notizia il portavoce Gabriele Frisa. I cittadini manifesteranno anche per il mantenimento del punto nascite presso l’ospedale di Penne. Il movimento di lotta per la sanità vestina rivendica anche l’apertura del centro soggiorno per anziani in località Carmine, struttura costata più di 15 milioni di euro, ad oggi ancora chiuso e abbandonato.

“I fatti – afferma Frisa – dicono che finora sono stati operati tantissimi tagli e investimenti prossimi allo zero. Finora solo promesse. Dove sono i 12 milioni di euro, comunque insufficienti, annunciato a gran voce a più riprese dal direttore generale Claudio D’Amario? Solo promesse che si sono rivelate bugie. Il tempo delle chiacchiere deve finire. I cittadini del territorio vestino esigono fatti: investimenti strutturali per rilanciare l’ospedale S. Massimo; ‘no’ alla chiusura del punto nascite; apertura del centro soggiorno per anziani. Al governo regionale del Presidente Gianni Chiodi oggi è succeduta la coalizione con a capo il Presidente Luciano D’Alfonso. L’assessore alla sanità abruzzese è oggi Silvio Paolucci. Il Direttore Generale della ASL di Pescara rimane sempre il Dott. Claudio D’amario.

Se la politica dei tagli del duo Chiodi-D’Amario ha ucciso lentamente l’Ospedale di Penne – attacca Frisa – D’Alfonso e Paolucci ne realizzeranno il funerale. Il taglio dei posti letto e la riduzione dei servizi vogliono dire meno diritto alla salute e meno occupazione. Il diritto alla salute, sancito dalla nostra costituzione art. 32, è stato minato alla base dalle politiche governative che devono rendicontare alle banche, nel mentre si continua a foraggiare la sanità privata attraverso convenzioni. Altro che tagli agli sprechi! Qui si tagliano solo i diritti delle persone più deboli. Per anni sono stati spesi milioni di euro per opere faraoniche ed ora si vuol far pagare il conto della cattiva gestione del denaro pubblico ai cittadini più deboli. Il piano di riordino ci porta in un vicolo cieco, di certo non si esce dalla crisi e non si riducono gli sprechi dissanguando lentamente i piccoli ospedali. Sono altri i privilegi da tagliare. Invitiamo tutta la cittadinanza, le forze sociali, i sindaci del comprensorio – conclude Frisa – a partecipare e a lavorare per la massima riuscita della manifestazione, perchè chi non ha il coraggio di ribellarsi non ha il diritto di lamentarsi”.

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