Livorno saluta Morosini: calore e colore al Picchi

morosinicurvalivornoPescara. L’ultimo giro di campo, il tributo di Livorno e del Livorno a Piermario Morosini questo pomeriggio all’Armando Picchi, dove il feretro del mediano 25enne è stato accolto da uno stadio gremito e commosso. Le note di Ligabue e Jovanotti hanno accompagnato le lacrime e gli applausi in memoria del ‘Moro’.

Il giro di campo si compie, solitamente, quando una squadra raggiunge il traguardo importante: i giocatori si esaltano, si scompongono e cercano di miscelarsi ai tifosi di tutti i settori dello stadio tributando loro ringraziamento per il supporto e per il calore regalato mostrando la coppa vinta. Il giro di campo andato in scena oggi pomeriggio all’Armando Picchi di Livorno, purtroppo, capovolge e ridisegna il canone della festa, connotandosi del dolore dell’ultimo saluto di una città e della sua tifoseria ad un ragazzo stroncato da un malore mentre correva sul rettangolo verde dell’Adriatico. Ma non per questo rinunciando ai suoi elementi fondanti, i colori e i vessilli che il calcio porta cuciti sulla pelle e intende mostrare anche per celebrare un giocatore che se n’è andato, arrivando perfino ad affiancare le sciarpe dei rivali in un nodo di cordoglio.

Quei colori si sono visti la stessa sera della scomparsa di Piermario Morosini sui cancelli del Picchi, le sciarpe amaranto, le maglie con il numero 25, gli striscioni dei tifosi livornesi. Poco a poco, quelle grate sul piazzale Montello sono diventate un mosaico di tonalità: dal nero-azzurro dell’Atalanta, e dopo quella della squadra d’origine del giocatore scomparso si sono aggiunte le maglie di quasi tutte le squadre italiane. Non ha fatto eccezione quella del Pisa, storica rivale nella lotta dei campanili con la compagine tirrenica: una rappresentativa di giocatori pisani ha fatto la comparsa silenziosa nella tarda mattinata, posando un mazzo di fiori sotto lo striscione della curva nord amaranto che recita “”Nella vita hai lottato, in campo l’hai dimostrato, ciao Moro”. Colori contrastanti che si uniscono, come quelli delle sciarpette posate sulla bara all’interno del carro funebre che stamattina ha lasciato l’obitorio di Pescara: il vessillo dei Rangers pescaresi accanto a quello rosso-blu dei rivali di Sambenedetto, assieme alla sciarpa del Taranto. Sul lunotto, invece, la foto del ragazzo con la divisa della nazionale Under 21 indosso, un sorriso che ha minimamente rasserenato il cugino e gli amici scesi in Abruzzo per riportarlo a casa; assente la fidanzata, Anna Vavassori, la ventenne è ripartita ieri in serata per Bergamo, dopo aver ascoltato i primi risultati dell’autopsia.

Un quarto alle 16:00 quando l’automobile grigia è entrata sulla pista d’atletica dello stadio Picchi, l’applauso di circa 8mila persone è stata la primissima fragorosa accoglienza che ha coperto le note dell’inno della squadra. E ritorna il colore: il blu navy delle tute indossate da centinaia di ragazzi del settore giovanile schierati sul campo, il verde della maglia dell’Aek Atene, gemellata con i tifosi della curva nord che la stringono insieme alla sciarpa dei rivali di Pisa, del Napoli, dell’Inter, della Roma, del Crotone, del Benevento, del Perugia, del Prato, dell’Empoli, i gagliardetti dell’Associazione Allenatori e poi le sciarpe dell’Auxerre, due blaugrana del Barcellona, dell’Olympique Marsiglia, e la celebre frase  “You’ll never walk alone” (non camminerai mai più da solo) del Liverpool; i tanti striscioni che salutano il Moro, e il bianco che staglia sulle maglie amaranto indossate dall’intera squadra che incorniciano il nome e il numero del centrocampista, Piermario Morosini 25. Il presidente Spinelli ha ritirato per sempre quella maglia, lanciandola dalla tribuna dopo averla stretta al petto, sono stati i compagni di squadra a deporla sulla bara, tra la bandiera della città e i cuscini di fiori del Comune e del Presidente Giorgio Napolitano. morosinilivornosquadraAd accompagnare il giro di campo, un vero e proprio giro d’onore di 15 minuti, le canzoni di Ligabue e Jovanotti, due idoli del ragazzo, che risuonavano tra gli applausi incessanti e i cori d’affetto dello stadio: “Uno di noi, Piermario uno di noi”. Poi la benedizione del feretro da parte del vescovo della città tirrenica Simone Giusti: gli ultimi attimi di Piermario a Livorno, prima di proseguire per Bergamo. Previsto per le 21:00 l’arrivo nel piazzale della curva dei tifosi atalantini, che accompagneranno il feretro nella parrocchia di Monterosso, dove da domattina sarà allestita la camera ardente e giovedì si terranno i funerali.

La Procura acquisisce le immagini. L’autopsia effettuata ieri pomeriggio sul corpo dello sfortunato atleta bergamasco ha escluso “cause macroscopiche”, come dichiarato all’uscita dall’obitorio l’anatomopatologo Cristian D’Ovidio. Per restituire i risultati definitivi alla Procura il coroner dell’ospedale pescarese ha a disposizione 60 giorni, ma queste prime affermazioni stanno a dire che gli esami sul corpo di Morosini non hanno ritrovato gravi ed evidenti segnali, come aneurisma o infarto. Scartate le prime ipotesi, quelle date più probabili come causa del malore, acquisisce credito l’ipotesi di una malformazione congenita, alimentata dall’infarto che nel 2003 uccise il padre di Piermario: non si esclude il ricorso al test del Dna per individuare la presenza di un male ereditario nei geni del calciatore.

Allo stato dei fatti, quindi, prende ancor più corpo l’importanza dell’inchiesta della magistratura: indiscrezioni riferiscono che la procura di Pescara intende acquisire le immagini televisive che raccontano tutti i momenti della tragedia di sabato pomeriggio all’interno dello stadio Adriatico; dito puntato sui ritardi dei soccorsi: le immagini di Sky cronometrerebbero ben 6 minuti e 24 secondi dai primi barcollamenti di Morosini alla partenza dell’Ambulanza verso il Pronto Soccorso, mentre meno di un minuto avrebbero impiegato massaggiatori e sanitari per intubarlo e prestare i primi soccorsi.

Quelle immagini, stando al buon senso, rimarranno visibili ai magistrati: ieri pomeriggio, per voce del sito ufficiale del Livorno Calcio, la famiglia Morosini si è appellata a tutti i media mondiali affinché non vengano più pubblicate e mandati in onda foto e filmati dei momenti del malore e immediatamente successivi, in qui si vede Piermario cadere e agonizzare.

Serie B in campo con la maglia di Morosini. “Nella prossima giornata tutte le squadre della B, ma chiederemo di fare altrettanto anche all’Aia, scenderanno in campo con la maglia numero 25 insieme alla foto di Morosini”. Lo ha annunciato questa mattina il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi. Dopo la sospensione della scorsa giornata di campionato di Serie A, che sarà recuperata a cavallo del 25 aprile, continuano le manifestazioni calcistiche celebrative. Il presidente di lega si è anche pronunciato sul coordinamento delle varie iniziative benefiche a favore della sorella disabile del ragazzo scomparso: “C’e’ tanta generosità a cui dovremo dare un po’ d’ordine”, ha detto Abodi, riferendosi alle raccolte fondi già intentate dall’Udinese Onlus, “Noi ci metteremo in fila, assieme agli altri, Figc, Aic, società, altre leghe, armonizzando le varie iniziative. Sicuramente non mancherà l’aiuto economico alla sorella, quello che però servirà è la dimensione umana di questo aiuto, quell’affetto che Piermario le dedicava”. La Lega di Serie B ha inoltre stabilito, date le tragice circostanze che hanno colpito la società amaranto, che la partita Livorno-Cittadella in programma sabato 21 aprile sia posticipata a Martedì 24 alle ore 18:00. La gara Pescara-Livorno, interrotta tristemente al 30′ del primo tempo, avrà invece la sua prosecuzione martedì 15 Maggio alle ore 20.45.

 

Daniele Galli

Foto: TgCom

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