Pescara, 1500 kit di sopravvivenza per le vittime delle calamità dalla collaborazione di 4 associazioni

Pescara. Due distinti progetti che prevedono entrambi la consegna di kit di sopravvivenza agli operatori del soccorso e dell’assistenza alle popolazioni colpite da calamità naturali: sabato 25 marzo, dalle ore 16.00, nei locali della Chiesa di piazza Salvo D’Acquisto 18-20 a Pescara, l’evento che raccoglie le più importanti associazioni di volontariato.

Larga la collaborazione: Presidenza del Consiglio Comunale, la Croce Rossa, la Protezione Civile Val Pescara, gli Psicologi per i popoli d’Abruzzo e la Comunità di Sant’Egidio. Si lavorerà a due distinti progetti – spiega Mauro Favilli, motore dell’evento per la Chiesa di Gesù Cristo Dei Santi Degli Ultimi Giorni,- “con il primo la Protezione civile insieme all’associazione degli Psicologi che operano per il benessere delle popolazioni colpite da calamità riceveranno 1.500 kit di prima emergenza composti da coperte termiche, lenzuola usa e getta, tute, biancheria intima, articoli di pronto soccorso , materiale per l’igene personale, poncho per la pioggia e altro. .Purtroppo gli eventi degli ultimi tempi ci costringono ad essere previdenti di fronte a terremoti, inondazioni o altre calamità naturali e probabilmente per la prima volta in Italia una Chiesa insieme alle associazioni di volontariato e a coloro che governano una città importante come Pescara uniscono le loro forze ed energie affinchè i cittadini possano essere soccorsi con efficacia e tempestività”.

Con il secondo progetto la Croce Rossa e la Comunità di Sant’Egidio riceveranno 2.000 kit composti da articoli per l’igene personale, coperte, poncho per la pioggia, ed altro materiale per alleviare i disagi dei senza tetto, dei rifugiati e delle famiglie bisognose del nostro territorio. “Lavorare insieme e creare sinergie sarà lo scopo e l’obbiettivo di questo importante laboratorio, tutti i cittadini sono invitati ad unirsi a noi”, prosegue Favilli, “L’iniziativa si compie in tutto il mondo e riguarda rifugiati, immigrati, poveri: in tutto il mondo ogni sabato e domenica del mese facciamo digiuno e versiamo il costo dei pasti in un grande salvadanaio che viene usato per il prossimo. La raccolta sarà anche un laboratorio, Pescara è la prima città che fa una cosa simile in cui istituzioni, associazioni e la nostra realtà si mettono insieme”.

Destineremo gli articoli donati a persone in difficoltà – aggiunge Roberta Casalini Comunità di Sant’Egidio – anziani soli, persone senza fissa dimora perché abbiamo un’amicizia con queste persone che andiamo a portare generi di prima necessità come le coperte che possono salvare vite. Cerchiamo anche di fornire un percorso e sostenerli e aiutarli in un discorso più ampio. Questa iniziativa ha anche il risvolto del lavorare insieme e tutti ci mettiamo nella prospettiva di guardare ai poveri con prospettive diverse. Seguire le persone difficoltà significa anche avere i piedi piantati a terra e sapere quali scelte fare nella nostra esistenza. In un tempo così difficile e articolaro è necessario creare ponti per dare sostegno a tutti perché non ci sono poveri di serie a o di serie b”

E’ un’iniziativa di buon auspicio – aggiunge Antonio Romano della Protezione Civile Valpescara – perché quando abbiamo avuto bisogno di beni c’è stata difficoltà nel reperirli. E’ un’azione che ci accomuna tutti perché la solidarietà è una cosa importante da sostenere”.

La cosa bella di questi eventi è vedere diverse confessioni religiose che collaborano per andare incontro al prossimo – così Fabio Nieddu Croce Rossa – è lodevole anche l’apporto di coordinamento dell’Amministrazione comunale che per una delle prime volte è al di sopra delle varie situazioni che esiste, finalizzata a perseguire il bene pubblico per unire e non dividere.

Fare rete è la sfida chiave per supportare le persone – dice Marco Maria Conte, Psicologi per i Popoli Abruzzo – e con una rete estesa ed efficace si riuscirà a supportare al meglio chi ha bisogno, dai senzatetto a chi ha perso la casa. L’idea dei kit è geniale perché abbiamo conosciuto persone che avevano la necessità di generi di primo intervento per andare a soddisfare i bisogni di base del momento e poi strutturare qualcosa di più articolato”.

Impostazioni privacy