Roccamorice, morì nell’incidente stradale: famiglia risarcita dopo 23 anni

“La famiglia D’Alfonso di Roccamorice non potrà riavere il proprio capofamiglia, ma oggi, quanto meno, la storia di una causa legale intrapresa contro la Provincia per un giusto risarcimento, ha avuto la sua fine: domani liquideremo la somma dovuta alla famiglia, in seguito ad una causa durata 22 anni”.

 

 

Così il Presidente Antonio Di Marco, rientrato oggi dalla convalescenza solo per poter abbracciare Donatella e Anna Paola D’Alfonso, e Concetta Di Donato, rispettivamente figlie e moglie di Gino D’Alfonso, precipitato con la sua auto, il 5 novembre del 1992, in un burrone sottostante il ponte lungo la strada provinciale , all’altezza di Roccamorice. L’uomo, che allora aveva 45 anni, guidava la sua auto in una serata di nebbia fitta.

 

 

 

Proprio a causa della nebbia, dopo una curva, aveva sbattuto contro il muretto roccioso sul lato destra della carreggiata, e a seguito dell’urto, l’auto era sbandata e aveva urtato la protezione del ponte sul lato opposto della carreggiata. L’urto non fu particolarmente violento, ma lo stato della recinzione, instabile e mal tenuta (come hanno dimostrato le perizie dei tecnici e i verbali dei Carabinieri) determinò lo sfondamento della barriera stessa. Praticamente la recinzione cedette completamente e non offrì alcuna protezione all’uomo, che precipitò nel burrone profondo 200 metri, morendo sul colpo.

 

 
Si è dunque conclusa oggi la lunga controversia legale, iniziata nel 1992 e finita nel giugno 2014, quando la corte d’Appello dell’Aquila, con la sentenza 640 del 16/06/2014 chiuse la vicenda condannando la Provincia a risarcire la moglie e le figlie di Gino, per danno biologico e morale, versando la somma di 435.000,00 euro. Per circa un anno tale sentenza è rimasta “sospesa”: anche quando l’attuale Presidente entrò in carica non venne subito a conoscenza della condanna imposta alla Provincia. Solo quest’estate, ripercorrendo con gli Uffici finanziari le somme dovute a vari soggetti e per vari motivi ancora inevase, Di Marco ha preso atto della sentenza che riguardava, peraltro una famiglia da lui ben conosciuta. Da quel momento ha imposto agli uffici di provvedere subito a implementare con gli avanzi di bilancio il capitolo relativo ai “debiti fuori bilancio” , inserito poi nel bilancio del 2015 e, al primo Consiglio utile, ovvero quello del 23 dicembre scorso, il provvedimento è stato votato all’unanimità dai Consiglieri provinciali.
“Oggi ho voluto abbracciare la famiglia – conclude Di Marco – in primo luogo perché la conosco molto bene, e anche per comunicare, insieme ai consiglieri provinciali, che entro domani riceveranno la somma che, seppure dopo tanti anni, potrà in qualche modo sanare un’ingiustizia, ben consapevole che nessuna somma può colmare il grande dolore per la perdita di una persona amata”.

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