Proteste in Abruzzo per la decisione della Regione: associazioni in rivolta

La decisione presa dalla Regione Abruzzo non è stata accolta nel migliore dei modi. In seguito all’annuncio, le associazioni non hanno esitato ad esprimere la propria contrarietà.

Un provvedimento che rappresenta solamente un “pericoloso ed inaccettabile passo indietro”: è così che un gruppo di associazioni ha definito la decisione presa e comunicata in questi giorni. I rischi a cui si collega non sono da sottovalutare, come evidenziato nella lettera indirizzata alla Regione Abruzzo, nella quale si chiede di fare dietrofront al più presto. Il cambiamento di rotta voluto da quest’ultima è giunto inaspettatamente, attirando un forte dissenso.

Le associazioni protestano per la decisione della Regione
In Abruzzo parte la rivolta delle associazioni dopo la decisione della Regione – abruzzo.cityrumors.it

La Regione starebbe facendo “l’ennesimo regalo” alle associazioni venatorie, preferendo seguire il volere di un'”infima minoranza” anziché quello della maggioranza rappresentata dai residenti. Questa è stata accusata di non aver preso in considerazione le conseguenze negative che porterà la sua delibera, non solo per i cittadini ma anche – e soprattutto – per la flora e la fauna locali, pensando ad altri interessi.

Regione Abruzzo, l’ultima delibera fa discutere: le associazioni non ci stanno

Non molto tempo fa, la Giunta abruzzese è finita al centro dell’attenzione per via della delibera che ha approvato l’abbattimento di quasi 500 cervi, suscitando un certo disdegno. Ora, la Regione è tornata a far discutere dopo aver approvato il nuovo calendario venatorio 2024/2025 che segna l’anticipo della caccia di selezione al cinghiale all’1 ottobre.

Questa proseguirà per ben 4 mesi, allungando il termine previsto dalla legge 157/92 di tre mesi. Le associazioni animaliste hanno puntato il dito contro la decisione della Regione, in quanto ad essere interessata sarà anche la ZPE (acronimo che sta per zona di protezione esterna) del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

L'orso bruno marsicano è a rischio per via della delibera della Regione
La delibera della Regione Abruzzo mette a rischio la tutela dell’orso bruno marsicano – abruzzo.cityrumors.it

L’area ricopre un’importanza fondamentale per la tutela dell’orso bruno marsicano, del quale sono ormai presenti pochissimi esemplari ancora in vita. Tutti i provvedimenti presi in precedenza, nell’intento di proteggere la specie, rischiano di essere spazzati via dalla delibera della Regione. Quest’ultima, incalzata da associazioni e ONG, aveva infatti fissato l’inizio della caccia al cinghiale nelle zone in questione a partire dall’1 novembre, fino al 31 gennaio.

In tal modo, era possibile garantire “maggiori condizioni di tranquillità nel periodo dell’iperfagia” – ossia quando gli orsi, in preparazione all’ibernazione, hanno necessità di rifocillarsi. Con l’approvazione del nuovo calendario venatorio, tuttavia, è stato prolungato il tempo a disposizione per la caccia al cinghiale, come disposto dal DL Agricoltura.

“Non potendo prevedere attività venatoria oltre il termine del 31 gennaio, ha ovviamente riportato l’apertura della caccia al cinghiale all’1 ottobre”, si legge in riferimento alla delibera della Regione nella lettera firmata da WWF Abruzzo, Salviamo L’Orso, Pro Natura Abruzzo, Orso & Friends, Appennino Ecosistema, Stazione Ornitologica Abruzzese, Federtrek, Altura Abruzzo, Dalla Parte dell’Orso, Rewilding Apennines e Lipu Abruzzo.

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