Terremoto L’Aquila, al via il processo alla Commissione Grandi Rischi

terremoto_crolloHa preso il via questa mattina il processo alla Commissione Grandi Rischi, uno tra i filoni di inchiesta più  delicati fatti partire dalla procura dell’Aquila per la ricostruzione post terremoto. Sette gli imputati: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore dell’Eucentre e anche responsabile del progetto C.a.s.e., Cludio Eva, ordinario di Fisica all’Università di Genova, Mauro Dolce, direttore dell’Ufficio rischio sismico della Protezione Civile e Bernardo De Bernardinis, vice capo del settore tecnico della Protezione Civile. Solo quest’ultimo era presente stamani in aula. Per tutti le accuse sono di omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione in delitto colposo. Settanta le parti civili accolte dal tribunale, con richieste di risarcimento nell’ordine dei 50 milioni di euro. Confermata stamattina l’esclusione delle due associazioni Codacons e Nuovi Codici, già tenute fuori dal giudice dell’udienza preliminare. Presente in aula anche l’Avvocatura dello Stato, rappresentata dall’avvocato Carlo Sica, chiamata in causa per la possibile responsabilità civile. Presenti in aula decine di giornalisti, tra cui anche televisioni giapponesi ed arabe.

Pesanti, non solo dal punto di vista giuridico, le accuse della procura, presente questa mattina in aula con il procuratore capo dell’Aquila Alfredo Rossini e i due sostituti Fabio Picuti e Roberta D’Avolio. Secondo i pm, i vertici della Commissione chiamata a valutare l’entità del rischio sismico nell’Aquila immediatamente pre terremoto avrebbero mandato “segnali rassicuranti” alla popolazione. Nella riunione del 31 marzo 2009, in pieno sciame sismico e a pochi giorni dal terremoto del 6 aprile che causò 309 morti, secondo l’accusa “ci fu una valutazione del rischio approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attività della commissione e ai doveri di prevenzione del rischio sismico”. Insomma, furono date agli aquilani “informazioni imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosità dell’attività sismica vanificando le attività di tutela della popolazione”. Tra le parti civili accolte dai giudici, oltre al comune dell’Aquila, molte persone che la notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 decisero di rimanere in casa nonostante le forti scosse proprio a seguito dell’annuncio della Commissione.

275 le persone che, al momento, dovranno passare davanti al collegio giudicante presieduto da Marco Billi. Uno scontro, quello tra procura, difesa e parti civili che chiamerà in causa in maniera diretta il mondo scientifico. Tra i vari consulenti di parte sfileranno infatti anche scienziati di calibro internazionale ed esperti in rischio sismico. Il dibattimento, ha affermato il giudice Billi, andrà avanti “a ritmo serrato, anche con due udienze a settimana e  mi metto a disposizione anche la domenica, non ho intenzione di far durare questo processo più di due anni”. Sempre nel corso della mattina, il tribunale ha anche rigettato la richiesta degli avvocati della difesa che avevano chiesto l’accorpamento del processo ad un filone di inchiesta simile al momento ancora nella fase delle indagini preliminari. Prossima udienza il primo ottobre alle nove.  


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