Orsetto senza madre trovato nel Parco Nazionale d’Abruzzo: la storia si ripete?

Pescasseroli. “Sono trascorsi oltre trent’anni da che nella Vallelonga (Marsica) fu catturato un orsacchiotto che l’allora dirigenza del Parco, in piena bufera giudiziaria, decise di chiamare “Sandrino” in onore del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. ‘Sandrino’ è ancora vivo, sebbene, si dice, quasi in fin di vita, in un recinto poco lontano dal Paese di Villavallelonga e dal luogo dove fu catturato. Sono cambiati i personaggi ai vertici del Parco d’Abruzzo, ma secondo le ultime notizie di stampa, essi stanno commettendo gli stessi errori, nello stesso luogo. Tra trent’anni avremo un altro orso, si dice femmina, in fin di vita, semidomestico ed assolutamente succube dell’uomo, ma vivo: morto che cammina, come si dice nelle trame dei romanzi di mafia per certi personaggi. Sperando solo che almeno essendo femmina possa servire a procreare qualche cucciolo, sebbene in cattività e con tutti i problemi che poi avremo per inserirli nel loro ambiente naturale. A meno che non si decida di riportarla nella sua valle, come saggezza vorrebbe e con le precauzioni del caso”.

Lo ha dichiarato Franco Zunino, Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness già primo studioso sul campo dell’Orso marsicano, ricordando che “quando successe il fatto di ‘Sandrino’, scrissi che non andava catturato e messo in cattività, bensì lasciato sul posto, magari in un recinto, dove la madre avrebbe potuto ritrovarlo. Oggi, come per ‘Sandrino’, hanno fatto la stessa cosa: cioè gli è stato impedito di attendere che la sua mamma, se viva, lo andasse a recuperare, avendo trasferito anche lui nello zoo di Pescasseroli; quindi, la storia si ripete: nessun tentativo di lasciarlo al suo mondo. In fondo, per richiuderlo in uno zoo ci sarebbe stato e ci sarebbe sempre tempo. Se non altro prima sarebbe stato almeno il caso di provarci, mettendolo al sicuro in un recinto provvisorio là o nei pressi del luogo dove è stato trovato. Invece si è preferito portarlo subito a Pescasseroli, e quasi sicuramente con la stessa scusa di “Sandrino”: bisognava curarlo. A Pescasseroli, dove certamente diverrà un’attrazione turistica! E se l’orsacchiotto si fosse semplicemente perso e la madre lo stesse ancora cercando? Forse è il caso che ristampi il racconto di quell’antico misfatto, “premiato” ma mai comunicato, per ovvie ragioni: le stesse che sarebbero addotte oggi! Ma sono veramente esperti di animali selvatici, questi ‘esperti’? O lo sono solo davanti a dei computer dove elaborare i dati che ricevono da un satellite grazie ai radiocollari con cui hanno munito quasi tutti gli orsi marsicani rimasti?

Zunino spiega che “in una situazione similare, sempre in quei lontani anni ’80 del secolo scorso, si prese quattro mesi di sospensione per non aver voluto rivelare dove egli avesse incontrato un orsacchiotto che, sempre in maggio, aveva evidentemente lasciato la tana in cui era nato per seguire la madre, ed essendosi perduto. Di quell’orsacchiotto dopo pochi giorni si persero le tracce, forse ritrovato dalla madre o forse anche morto d’inedia o predato dai lupi; ma lo salvai certamente dalla trentennale prigionia a cui fu ‘condannato’ Sandrino! Auguriamoci solo che questo nuovo cucciolo non lo chiamino ‘Sergina’ dal nome dell’attuale Presidente della Repubblica; che almeno questo gli sia risparmiato!”

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