Tutti contro il Project Financing dell’Ospedale di Chieti

Chieti. Continua a creare dissensi il Project Financing dell’Ospedale di Chieti, il progetto di costruzione della nuova struttura ospedaliera teatina che recentemente è stata bocciata dalla Asl e che trova, tra gli altri, anche il parere negativo delle opposizioni in Regioni (il Movimento 5 Stelle ed il Centrodestra).

 “La Regione del presidente D’Alfonso si ostina nel vedere come unica soluzione per la costruzione del nuovo ospedale di Chieti il ricorso alla procedura Project Financing. Un’ostinazione che farebbe sorridere se non ci fossero in ballo centinaia di milioni di euro, soldi dei cittadini. Sono molti i reparti trasferiti a seguito alle ultime scosse di terremoto, il Presidente D’Alfonso faccia valere le ragioni economiche dei nostri territori e chieda a Gentiloni provvedimenti e fondi ad hoc per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare sanitario”.

 E’ questo il commento di Sara Marcozzi, capogruppo M5S, dopo aver appreso le parole rilasciate a mezzo stampa dall’Assessore alla Sanità Paolucci.

 “Da oltre un anno che siamo in prima linea per impedire a Regione Abruzzo di commettere un clamoroso errore utilizzando la formula Project Financing per la costruzione del nuovo ospedale di Chieti. Non mi stancherò mai di ripetere che il nostro non è un no al nuovo ospedale, ma un no alla procedura. Carte alla mano, abbiamo dimostrato come questa scelta costerà agli abruzzesi milioni e milioni di euro in più rispetto ad altre forme di finanziamento utilizzabili per la realizzazione nuova struttura. Abbiamo indicato un percorso alternativo e meno oneroso per le tasche dei cittadini: il ricorso a Cassa Depositi e Prestiti ma, evidentemente, la Regione a guida PD preferisce sperperare il denaro pubblico. Persino il centrodestra, benché la proposta di PF sia stata recepita dall’Abruzzo durante il governo Chiodi, si è convinto delle nostre argomentazioni unendosi alla battaglia contro lo stesso. Non si comprende l’ostinazione per il ricorso a questa modalità di finanziamento, che è stata bocciata anche dalla stessa Asl di Chieti, dalla Corte dei Conti Sarda e Veneta oltre ad aver letteralmente affossato il bilancio di Regione Veneto”.
“Un ospedale – commenta Marcozzi – che ci viene raccontato a “costo zero” ma che invece costerà caro agli abruzzesi a causa dell’aggravio di spese dovuto ai profitti da garantire ai privati”.

 Il progetto di finanza è capitanato dal Gruppo Maltauro, balzato alle cronache per gli scandali MOSE ed EXPÒ 2015, per i quali l’amministratore Enrico Maltauro fu arrestato.

 “Mi auguro che il Presidente D’Alfonso abbandoni questa scellerata idea e blocchi definitivamente il processo di affidamento” conclude la capogruppo 5 stelle “procedendo alla pianificazione, progettazione e costruzione del nuovo ospedale di Chieti escludendo il ricorso allo strumento della finanza di progetto e facendo valere le regioni dell’Abruzzo avanti al Governo Gentiloni, se ne ha il coraggio e la forza sufficienti”.

 “Silvio Paolucci come dottor Jekyll e mr.Hyde: tutto quello che diceva da segretario regionale del Pd viene puntualmente sconfessato dall’Assessore regionale, come accaduto dai Punti nascita al 118, dalla compartecipazione all’autismo solo per fare qualche esempio. Parlando del project financing per l’ospedale di Chieti va categoricamente smentita l’affermazione di Paolucci secondo il quale il progetto vede la luce con la Giunta Chiodi”. E’ quanto dichiara il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo che spiega: “Nella Delibera di Giunta n.133 del 6 marzo 2016 (allegato 3 al comunicato) si evince come la proposta è stata inoltrata il 4 aprile del 2014 (all. 4) con gli abruzzesi che sarebbero stati chiamati alle urne il 25 maggio: appare evidente come qualcuno avesse scommesso sulla sconfitta del centrodestra”.

 Innanzitutto l’Assessore Paolucci deve avere il coraggio di spiegare il perché la Delibera è stata portata in Giunta solo il 2 febbraio del 2016 (all. 1 e 2) ed è stata approvata addirittura il 3 marzo, per essere in Commissione Vigilanza solo il 15 marzo (cosa è accaduto in tutto questo lasso di tempo ???). Già lo studio legale associato McDermott Will&Emery, il 9 maggio 2016, incaricato di valutare la fattibilità del progetto, aveva espresso parere NEGATIVO in quanto, come si legge nella relazione (all.5), il Nuovo Codice “ha introdotto una chiara distinzione normativa tra ‘concessione dei lavori’e ‘ concessione di servizi’. Quindi è “PRECLUSA” (all. 7) “la possibilità di prevedere l’affidamento in concessione di servizi ulteriori e diversi rispetto a quelli strettamente connessi alla gestione dell’opera i cui lavori di costruzione sono oggetto del medesimo contratto di concessione” – testuale, n.b. Sulla valutazione dei certificati attestanti la regolarità contributiva non aggiungo altro se non che si dovrà esprimere la Procura della Repubblica di Chieti, interessata dalla stessa Asl con esposto del 6/12/2016 (All. 8, 9 e 10). Ciò che Paolucci omette di spiegare – rimarca Febbo – è quanto emerso nel corso della riunione del 29 dicembre 2016, a cui ero stato invitato a partecipare (all.11), in occasione della quale sia Giampiero Leombroni (esperto di lungo corso e plurincaricato dal presidente D’Alfonso) sia l’avvocato Vincenzo Mastrangelo (esperto legale in seno al CRTA, Comitato Regionale Tecnico Amministrativo – sezione lavori Pubblici) sia l’Avvocato Stefania Valeri (Dirigente Avvocatura regionale), avevano espresso parere negativo richiamando la perentorietà del termine, cioè 19 luglio e non 22 novembre, dei 3 mesi entro cui l’amministrazione aggiudicatrice doveva valutare la fattibilità della proposta, stimando anche le eventuali integrazioni documentali. Anche nelle relazioni del Rup della ASL ing. Filippo Manci e del Direttore Affari legali della ASL dott. Stefano Spadano, come già evidenziato, risulta palese la impossibilità di accoglimento della proposta.

 Il Direttore dell’Ufficio Legale è molto chiaro quando scrive (all. 12) che la proposta di Finanza di Progetto presentata in data 19 Luglio 2016 NON può essere accolta poiché “è fin troppo evidente che l’applicazione della ‘regolarizzazione postuma’ finirebbe per consentire a una impresa di non preoccuparsi dell’esistenza a proprio carico di una irregolarità contributiva e/o fiscale, potendo confidare sulla possibilità di sanare in ogni caso il proprio inadempimento. Si arriverebbe, in questo modo, a consentire di sanare non una mera irregolarità formale ma la mancanza di uno status sostanziale; omissione aggravata dall’aver reso una dichiarazione oggettivamente falsa in ordine all’assenza di pendenze fiscali” – testuale, n.b. Ma c’è di più e credo sia un vero e proprio “macigno” insuperabile: il responsabile degli Affari Legali dott. Spadano solleva “un rilievo di natura programmatoria rimarcando come le motivazioni per la realizzazione di un nuovo ospedale nell’area metropolitana Chieti – Pescara attraverso il sistema del project financing NON siano state sufficientemente declinate nei loro reali contenuti se non mediante rinvio a un costituendo Hub di secondo livello organizzato secondo logiche di connessione funzionale dei pp.oo di Chieti e Pescara; ma le specificazioni tecniche organizzative non risultano ancora essere emanate”, cioè non si sa nulla di questa programmazione che vedrebbe (sic!!!) la realizzazione di una Hub di secondo livello.

 Ma c’è ancora di più, come evidenziato nel verbale della riunione del 29 dicembre (all.11). Il Presidente D’Alfonso aveva annunciato, con la Asl favorevole, la costituzione di una apposita Commissione formata da tecnici competenti sul piano tecnico, finanziario e sanitario. A oggi però non c’è nessuna traccia di questo gruppo di lavoro e mi chiedo come possa esprimersi entro il 21 febbraio quando scadranno i termini secondo “qualcuno”. E anche qui dubbi e ombre: perché dopo ben 47 giorni ancora si nomina questa commissione di super tecnici??? Forse perché tutti temono di rimanere con “il cerino in mano” ??? Un’altra valutazione da fare – insiste Mauro Febbo – riguarda la capacità economica-finanziaria del bilancio della Asl 02 se sia in grado di sostenere il pagamento di un canone trentennale del Project anche in considerazione delle gravi difficoltà in cui versa e che quest’anno chiuderà il Bilancio con un passivo di oltre 40 milioni di euro. Intanto abbiamo già perso 30 mesi per correre dietro a un “capriccio” di D’Alfonso che, come è ormai evidente a tutti, non è fattibile. Si vuole continuare a perdere tempo e portare avanti procedure che sono a rischio di ricorsi e quindi al blocco della realizzazione??? È questo forse il vero obiettivo??? E una volta avvenuto il blocco dell’opera cosa ne sarà del nostro nosocomio??? Verrà trasferito e con essa anche l’Università? Occorre affrontare concretamente il problema della vulnerabilità del SS.Annunziata di Chieti, criticità che con i progressi della nuova ingegneria sismica e sanitaria sarebbero già dovute essere affrontate e risolte. Tutte le mie perplessità, che evidentemente non sono solo del sottoscritto, saranno esposte con un’ampia documentazione alla Procura della Repubblica, alla Procura della Corte dei Conti e all’Anac tenendo in debita considerazione l’incolumità di pazienti, personale e fruitori dell’ospedale di Chieti. Dall’assessore Paolucci, un bocconiano (sic!!!), che dice “una partita da 230 milioni di euro di fondi privati” non mi sarei aspettato altro”.

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