Al Teatro Marrucino di Chieti Il Telefono e Gianni Schicchi

Chieti. Si terrà venerdì 5 (ore 20.30) e domenica 7 dicembre (ore 17.30) prossimi al Teatro Marrucino di Chieti il terzo appuntamento con la Lirica.
“Pareggiare il sold out del ‘Barbiere di Siviglia’ e della Aida’con titoli meno noti – ha spiegato il consigliere comunale di Chieti delegato al Teatro Marrucino, Fabrizio Di Stefano – è un’impresa ardua. Vogliamo creare una sintesi della realtà artistica abruzzese. La volontà del Marrucino è di fare l’esperimento dell’Istituzione di una scuola. Questo è il terzo appuntamento di grande interesse con dei grandi maestri e sempre con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. È un’opera meno nota rispetto alle altre, ma quando l’abbiamo messa sul sito abbiamo ricevuto delle telefonate anche da fuori regione, forse il fatto che si trattasse di uno spettacolo meno conosciuto ha generato curiosità e si tratta di uno spettacolo di nicchia. Noi vogliamo stare in Abruzzo con il massimo dell’abruzzesità possibile. Vogliamo avviare un discorso sui fondi comunitari anche per ovviare un po’ alle difficoltà economiche”.

Lo spettacolo sarà diviso il due atti unici. Il primo atto è “Il Telefono” con musiche e libretto di Gian Carlo Menotti, personaggi Lucy (Gabriella Costa) e Ben (Christian Starinieri). Il secondo atto è “Gianni Schicchi” con libretto di Gioacchino Forzano e musiche di Giacomo Puccini. Lo spettacolo è allestito in collaborazione con il Conservatorio di musica “L. D’Annunzio” di Pescara. il maestro concertatore e direttore è Gabriele Bonolis, il regista è Ferenc Anger, lo scenografo è Gergo Zoldy, le scene di studio sono di Musica Hungary ed i costumi di Gergo Zoldy. Inoltre ci sarà la partecipazione dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese.

“In Europa viene definita una buona prassi – ha sottolineato il direttore del Conservatorio di Musica ‘L. D’Annunzio’ di Pescara, Massimo Magri – ed è quella che cerchiamo di portare avanti, vale a dire il connubio tra formazione e produzione. Questa collaborazione con il Marrucino è ormai partita da lontano. Il primo pensiero è stato quello di avviare la collaborazione, siamo partiti dalla Settimana Mozartiana per poi proseguire con altri progetti. Io spero che si possa continuare con questa collaborazione perché in un momento complicato come quello che stiamo vivendo non ci si può esimere dall’intraprendere una strada come questa, basata sulla collaborazione. Il Conservatorio ‘L. D’Annunzio’ tra l’altro ha una tradizione straordinaria”.

Per quanto riguarda “Il Telefono”, su invito della Ballet Society di New York, che intendeva presentare “The Medium”, Menotti scrisse “Rhe Telephone”, per completare la serata con un contraltare comico. Il breve atto unico, della durata di una ventina di minuti, venne prodotto in seguito anche dall’Ethel Barrymore Theater di Broadway, a partire dal 1° maggio 1947 (insieme alla versione ampliata di “The Medium”, con un successo che si protrasse per centinaia di repliche; in tournèe, inseiem a “The Medium”, fu rappresentato in Europa fin dal 1948 (Londra, Parigi) e in seguito si rivelò particolarmente adatto, per la semplicità di allestimento, a essere abbinato alle opere più diverse (da Hindemith a Bernstein). In Italia venne presentato al Festival Internazionale di Musica di Venezia (1948), in coppia con il dodecafonico Incubodi Riccardo Nielsen: Barbian parlò di una “partitura spregiudicata, saporita e monellesca”, che “riesce a far stare allegri dopo un primo momento di repulsione”, anche se non sembrò “appropriata nella impegnativa sede veneziana”. L’opera riscosse inoltre successo, ancora con “The Medium”, nella produzione statunitense dell’Orchestra della Settima Armata (Firenze 1955).

Invece “Gianni Schicchi” è un’opera in un atto di Giacomo Puccini su libretto di Giovacchino Forzano basato su un episodio del Canto XXX dell’Inferno di Dante (vv 22-48). Fa parte del Trittico. La prima assoluta ha avuto luogo il 14 dicembre 1918 al Metropolitan di New York.

“Ringrazio per l’invito – ha detto il regista Ferenc Anger – è una grande felicità per me essere qui perché per me l’Italia è come una seconda patria dato che mi sono laureato a Venezia. All’inizio ero terrorizzato perché non sapevo come poter mettere insieme ‘Il Telefono’ e ‘Gianni Schicchi’ in un’unica serata. Sotto l’aspetto della musica e per altri aspetti sono molto diversi. In quel periodo ‘Il telefono’ era un’invenzione moderna, mentre ‘Gianni Schicchi’ parla della Firenze dell’epoca. Io penso che questa cosa sia riuscita abbastanza bene, anche guardando le prove. Sono molto contento di essere in questo meraviglioso Teatro perché la maggior parte del nostro repertorio è basato sul repertorio italiano, prima di tutto Puccini, poi Menotti e gli altri. Poi questo Teatro ha la stessa struttura di quello di Budapest. Speriamo che questo spettacolo piaccia anche al pubblico”.

Francesco Rapino

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