Sagifur di Rapino: azienda abusiva da demolire: lo dice il Consiglio di Stato

Rapino. Con la sentenza dello scorso 8 di ottobre, pubblicata in questi giorni, il Consiglio di Stato si è pronunciato sul contenzioso pendente tra il Comune di Rapino e la ditta Sagifur – la conceria sotto accusa per disastro ambientale colposo -, legittimando definitivamente le decisioni prese dall’Ente e dall’allora Sindaco Rocco Micucci, oggi di nuovo in carica.
Si tratta di una storia risalente al 2000 e di due ordinanze emesse da Micucci.
Con ordinanza n. 37, si intimava alla Sagifur di sospendere l’attività di lavaggio e nobilitazione delle pelli nonché l’emissione di fumi e vapori.
Dopo una prima decisione del TAR, che aveva parzialmente accolto il ricorso della conceria ritenendo illegittimo il provvedimento perché mancava la comunicazione dell’avvio del procedimento, il Comune si è appellato al Consiglio di Stato che ha invece accolto la richiesta dell’Ente.

Nella sentenza si legge che non sussiste l’obbligo di avviso di avvio del procedimento quando si tratta di ordinanza contingibile ed urgente e in particolare quando possono essere compromessi valori fondamentali quali quello della tutela della salute. Infatti, quella della Sagifur è stata definita attività industriale insalubre priva della necessaria autorizzazione.
Stessa sorte per l’ordinanza n. 27 con cui il Responsabile dell’ufficio Tecnico del Comune aveva ingiunto di demolire i capannoni della ditta eseguiti in assenza di concessione edilizia.
Anche in questo caso il Giudice ha avallato pienamente l’operato dell’Amministrazione Comunale affermando che al momento dell’emanazione del provvedimento di demolizione, era stato già adottato lo strumento urbanistico comunale che attendeva solo di essere approvato. Inoltre, la domanda di concessione in sanatoria era stata respinta.
“A distanza di tanti anni, finalmente vediamo confermati i provvedimenti della nostra amministrazione, una conferma da parte della giustizia che tutte le decisioni sono state prese sempre nel rispetto delle normative e soprattutto della tutela della salute pubblica della nostra comunità” dichiara con soddisfazione il Sindaco Rocco Micucci.

“Le decisioni del Consiglio di Stato ristabiliscono anche la verità su chi ha sempre avversato quella che era una attività fuori dalle regole, che oggi è anche accusata di aver contaminato le falde acquifere con sostanze cancerogene, e chi invece ha tentato negli scorsi anni anche varianti al Piano Regolatore per consentire il riavvio di quella attività nociva. Nell’attesa di conoscere l’esito del procedimento penale a carico dei proprietari della conceria, nel quale il Comune di Rapino si è costituito parte civile, la mia amministrazione assicurerà il ripristino della legittimità portando avanti la procedura per la demolizione della conceria abusiva e chiedendo il disinquinamento dei siti contaminati, per chiudere definitivamente questo brutto capitolo della storia di Rapino”.

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