Consultazioni: Draghi ha concluso il primo giro. La posizione dei partiti in vista del nuovo confronto

Governo tecnico o governo politico?

Se non ci sono più dubbi sulla nascita di un governo Draghi (anzi il Premier incaricato è passato dall’avere previsioni sfavorevoli, che vedevano pochi partiti dalla sua parte, ad averli tutti a suo sostegno) resta il dubbio sul come questo governo nascerà. 

Intanto si è concluso il primo giro di consultazioni e domani si aprirà il secondo, al termine del quale Draghi scioglierà la riserva.

Per ora sembra prevalere l’ipotesi di una squadra di governo mista: metà politica e metà  tecnica.

Come si stanno comportando i partiti? E quali sono le posizioni emerse dalle consultazioni?

  • La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, è sicura: non darà la fiducia al governo se avrà dentro tutti e mantiene la sua linea di coerenza per cui non vede possibile un governo insieme al Pd, mentre su un governo tecnico potrebbe al massimo astenersi. La Meloni sceglie l’opposizione e il ruolo di sentinella provando anche ad intercettare possibili malumori nella base della Lega per la diversa posizione scelta da Salvini ed ha dichiarato “siamo andati spesso divisi ma alla fine ci siamo sempre ritrovati”.
  • Il Movimento 5 stelle è scettico. Grillo ha partecipato alle consultazioni e sta guidando i suoi ad una riflessione, ovvero il bisogno di sostenere il nuovo esecutivo. Il movimento però deve fare i conti anche con la propria base, e probabilmente tornerà ad usare la piattaforma Rousseau per testarne gli umori ma resta la consapevolezza che i cittadini potrebbero faticare a capire le iniziali posizioni del Movimento con un terzo governo in pochi anni: il primo fu il governo giallo-verde con Salvini, a cui è seguito quello giallo-rosso col Pd e Italia Viva, ora ci sarebbe da spiegare un governo non solo con Draghi e dunque con posizioni pro-Europa ma di nuovo con Salvini e addirittura con Berlusconi.
  • Il Partito Democratico è incerto: da un lato vuole sostenere Draghi dall’altro non vuole farlo con la Lega e pensa ad un appoggio esterno. L’appoggio esterno è poi stato smentito dai vertici del partito.
  • Leu dice no ad un governo con dentro “i razzisti” come hanno definito Matteo Salvini.
  • La Lega è il partito che sembra più sereno e convinto e che sta spiazzando sia la politica che la stampa perché nel giro di 24 ore si è scoperto europeista convinto e ha dichiarato un appoggio senza se e senza ma al governo Draghi, “guardando al programma e non alle poltrone”, come sostenuto dal suo leader, “per il bene dell’Italia e non del partito”.  Probabilmente Matteo Salvini tenta la carta della “maturità politica” e sceglie di superare le etichette negative con cui deve fare i conti: le posizioni sovraniste ed antieuropee. Non solo, la posizione della Lega è quella che più sta mettendo in crisi gli altri partiti.

Cosa hanno in comune tutti i partiti?

Che di fatto, al di là delle dichiarazioni rese alla stampa, hanno tutti chiesto un posto nei Ministeri: i 5 stelle per Di Maio, la Lega per Giorgetti, il Pd per Zingaretti (ma circolano anche i nomi di Franceschini e Orlando), Forza Italia propone le donne e mette in campo per Draghi Carfagna, Bernini e Gelmini. Il Ministero è donna anche per Matteo Renzi che punta su Boschi e Bellanova, e infine c’è Leu che mostra continuità e porta avanti Roberto Speranza.

E Mario Draghi?

Draghi si appella a tre fattori: il programma, la competenza e la Costituzione. Alle consultazioni l’ex presidente della Bce ha ricordato ai partiti l’art. 95 della Costituzione e che “l’indirizzo politico del governo tocca a lui, che dirige la politica generale e ne è responsabile”, “farò io la sintesi” ha concluso in maniera asciutta. Ai partiti ha fornito rassicurazioni, per il programma occorrerà attendere i prossimi giorni.

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