Il tumore alla prostata colpisce decine di migliaia di uomini in Italia ogni anno. Ma qual è l’aspettativa di vita dopo questo problema arrivati al 2024? Andiamo a scoprirlo.
Si tratta di una delle cinque neoplasie più frequenti nel nostro paese insieme al tumore della mammella, quello del colon-retto, del polmone e della vescica.
Questo tipo di cancro può dare vita a metastasi che di solito attaccano ossa e linfonodi loco regionali. Tra i sintomi più frequenti troviamo un forte dolore simile al bruciore, difficoltà alla minzione e la disfunzione erettile. Più frequenti sono i casi che si verificano negli ultra cinquantenni anche se non mancano, purtroppo, diagnosi nei più giovani.
A oggi la ricerca ha evidenziato che, come per qualsiasi altro tipo di tumore, ci siano molti fattori implicati nello sviluppo tra cui dieta e genetica. Per scoprire questo tipo di problema oltre all’esame obiettivo ci sono quelli ematici con la misurazione dell’antigene prostatico specifico noto come PSA. Per confermarne la presenza serve l’asportazione di un frammento di tessuto e successivo esame istologico. Per trattare questo tipo di cancro servono chirurgia, radioterapia, terapia ormonale e anche chemioterapia o una combinazione delle stesse cure mediche. Ma quali passi ha fatto la medicina fino a oggi e quali sono le possibilità di uscire dal problema del tutto e senza conseguenze?
Anche in merito al tumore alla prostata la scienza ha fatto dei passi importanti in avanti, fregiandosi dell’aiuto della sempre attenta Airc, Associazione Italiana per la ricerca sul cancro.
Interessante è quello che possiamo leggere sul sito ufficiale del Policlinico di Milano, dove viene evidenziato che negli ultimi decenni c’è stato un constante incremento della sua incidenza a causa dei numerosi programmi di screening a cui hanno partecipato soprattutto uomini ultracinquantenni.
Inoltre è stato specificato che questi esami danno la possibilità di individuare precocemente questo tipo di tumore, con la percentuale di sopravvivenza dei pazienti a 5 anni dalla diagnosi supera il 90%.
Si tratta di numeri interessanti che permettono di ben sperare anche per il futuro con questa malattia che sta diventando, piano piano, sempre più alla portata dei medici. Sicuramente si tratta di una patologia di grado severo, ma nonostante questo le cure esistono e stanno dando delle risposte decisamente importanti sotto ogni punto di vista.
Le possibilità che la percentuale di sopravvivenza aumenti ancora nei prossimi anni è davvero molto alta.