Le leggende, da sempre, affascinano e incuriosiscono l’uomo. In Abruzzo ne circolano tantissime, come quelle sulla Morgia: un portale spazio-temporale per il regno delle fate?
L’Italia e tutte le sue regioni sono piene di credenze popolari che spesso giustificano alcune tradizioni ancestrali. Così come le leggende che si celano dietro ogni luogo incuriosiscono da sempre i visitatori, spinti ad approfondire. E’ il caso della Morgia, in Abruzzo, una roccia dalle forme veramente singolari di origini preistoriche.
L’Abruzzo è pieno di leggende che circondano i suoi luoghi mitici e antichi. Da dove provengano queste leggende, non è chiaro, tuttavia richiamano ogni anno moltissimi viaggiatori. La Morgia, ad esempio, è una roccia dalle dimensioni notevoli considerata a lungo un portale di ingresso per il regno delle fate.
Le credenze attorno a questo masso, nel corso degli anni, sono mutate. Ad attirare l’attenzione è sicuramente la sua forma singolare che ricorda quello di un leone accucciato, tanto che i locali lo hanno denominato “lu leon”. Fatto sta che, chiunque ci passi davanti, non potrà esimersi dal domandarsi l’origine di questa strana roccia.
La Morgia è una roccia che si trova ai piedi delle montagne abruzzesi a Gessopalena, in provincia di Chieti. Attorno a questo posto ruotano moltissime leggende, di vario tipo. La prima risale addirittura ad un personaggio biblico, Sansone, il quale secondo le credenze con un solo passo trasportò a piedi il masso da Palena a Gessopalena, posizionandolo dove si trova attualmente.
Si narra che Sansone lasciò anche l’impronta del suo piede alla base del masso e che, in seguito a questo sforzo immane, sfogò i suoi bisogni fisiologici e proprio da qui nacque il fiume Aventino. La leggenda potrebbe avere un fondo di verità in quanto la Morgia è veramente un pezzo della Majella che, staccatosi in età preistorica, è rotolato giù alle pendici della catena montuosa.
Un’altra leggenda riguarda un’abbazia medievale sorta proprio nei pressi della Morgia che diventò ben presto un centro fiorente di cultura e religione. Tuttavia, in seguito al deteriorarsi dei rapporti con i cittadini del paese, i monaci dovettero abbandonare l’abbazia lasciandola completamente disabitata e in seguito abbattuta.
La presenza dell’abbazia non è storicamente attestata, ma ancora alcuni cittadini del posto credono di avvertire la presenza di alcuni fantasmi identificati con i monaci tornati alla ricerca della propria dimora perduta. In ultimo, le credenze popolari sulla Morgia concepiscono il masso come una sorta di ingresso spazio-temporale per un altro mondo: il regno delle fate.