Tra i piatti prelibati privilegiati da Gabriele D’Annunzio c’era, come noto, la frittata. Due chef hanno colto l’occasione per rivisitare questo piatto apparentemente semplice in occasione del Festiva Dannunziano a Pescara: il risultato è stato, ovviamente, molto delizioso.
I due chef, Marcello Spadone del Ristorante La Bandiera (Civitella Casanova) e Maurizio Valle dell’Osteria La Corte (Spoltore), sono partiti dalle caratteristiche della frittata più ambita dal poeta, che la amava morbida, alta e spugnosa.
Ciò premesso, il punto di partenza di questo che è stato il piatto forte del contributo enogastronomico al Festival, è stato reperire uova di galline livornesi alimentate con semi di canapa e allevate a Massa d’Albe nell’azienda bio di Silvia Bambagini Oliva e famiglia, un riferimento sicuro dello chef Marcello Spadone.
Un uovo sano e naturale, la cui genuinità emerge in fase di lavorazione del tuorlo.
La frittata dannunziana
Uova alla mano, si è dunque partiti con la preparazione del piatto così amato da D’Annunzio. Per ogni frittata sono state utilizzate dieci uova, usando la padella medio piccola perché la frittata – come voleva il poeta – deve uscire alta, morbida e spugnosa.
Tra gli altri ingredienti anche la cipolla bianca piatta di Fara Filiorum Petri, stufata nel brodo vegetale e nell’olio per ammorbidirla e spegnerne l’afrore. Come contorno peperoni freschi di Altino spadellati in agrodolce.
D’Annunzio, un grande amate della cucina
Come ricorda ancora Spadone, che dei fornelli di cene dannunziane è un habitué, D’Annunzio era un grande conoscitore della cucina europea e, in particolar modo, di quella francese. Amava il cibo semplice e di qualità come il pollo con la maionese, il pesce fritto e in brodetto, la sogliola, il merluzzo.
Anche per questo motivo tra gli altri piatti reinterpretati durante l’evento c’è stato il pollo in terrina, panato con panbrioche e accompagnato con misticanza dell’orto, condita con aceto di visciole e salsa allo yogurt, in sostituzione del Sangue Morlacco, un liquore ottenuto dall’infusione di ciliegie marasche, tipo Ratafia, dal caratteristico colore rosso cupo che il poeta ribattezzò, appunto, come Sangue Morlacco in occasione della celebre impresa di Fiume.
Infine, di memoria dannunziana sono anche le visciole, utilizzate per il condimento, di produzione locale, mentre il pollo è stato fornito dall’azienda agricola Del Proposto di Loreto Aprutino.
Una produzione di qualità, genuina e bio, che ha trovato ampio accoglimento e gradimento nel corso della settimana di eventi in calendario.