Esistono delle condizioni di salute che non ti permettono di guidare. Chi soffre di queste patologie potrebbe vedersi ritirata la patente.
La sicurezza sulle strade è una delle priorità di una società moderna. Esistono infatti leggi specifiche che regolano la mobilità, in modo da tutelare sia gli automobilisti che i pedoni.
Non tutti sanno però che la possibilità di guidare un’automobile o un altro mezzo di trasporto a motore va di pari passo anche con la salute del guidatore. Esistono infatti alcune patologie che, secondo le normative, prevedono il ritiro della patente per chi ne soffre. Ma vediamo di cosa si tratta.
Con quali patologie è previsto il ritiro della patente
Tutti i cittadini maggiorenni hanno il diritto di guidare un’automobile, una motocicletta o un qualsiasi mezzo a motore, purché vengano soddisfatti i requisiti previsti. Tuttavia, per chi soffre di alcune patologie invalidanti la legge prevede alcune limitazioni, tra cui anche il ritiro della patente in caso di mancata osservanza delle normative.
Si tratta di patologie cardiovascolari che potrebbero provocare una menomazione delle funzioni cerebrali. Per definire gli standard psicofisici minimi richiesti per poter guidare, l’Unione Europea ha stabilito tre categorie di conducenti. Fanno parte del gruppo 1 i conducenti di motociclette, al gruppo 2 i conducenti di camion e al gruppo intermedio gli autisti di taxi e piccole ambulanze.
Secondo quanto stabilito dalla legge, non possono guidare un’automobile o una motocicletta coloro che soffrono di specifiche patologie cardiache. Tra queste rientrano l’angina pectoris, l’insufficienza cardiaca con presenza di sintomi a riposo, le aritmie che causano disabilità e la sincope.
Le normative stabiliscono anche quelle che sono le patologie che non danno la possibilità di guidare un’auto, un furgone, un camion o un pullman. Si tratta dell’angina pectoris, dell’insufficienza cardiaca, ipertensione – solo per i casi in cui la pressione a riposo superi i 180 di massima e i 100 di minima – l’aritmia, la sincope con causa non definita e la presenza di pacemaker.
A valutare quelle che sono le patologie che non permettono di guidare è una Commissione medica dell’ASL, la quale procede nella valutazione della documentazione sanitaria e imponendo il divieto di guida, nel caso di presenza di patologia cardiovascolare invalidante.
Dunque, se l’automobilista fermato per un controllo mentre è alla guida soffre delle suddette patologie rischia di subire pesanti sanzioni, come ad esempio il ritiro della patente. Inoltre, è importante che il rinnovo della patente – così come il suo iniziale rilascio – deve essere soggetto a valutazione nel caso in cui il conducente sia stato colpito da anomalie della tensione arteriosa.