Una classe piena di studenti, senza professori specializzati nella loro educazione ed apprendimento: la novità che incuriosisce ed inquieta.
Un’iniziativa che ha incuriosito moltissime persone a livello globale, ma che al contempo provoca una certa inquietudine generale. “Porterà ad un futuro squallido e senz’anima” – la risposta indignata di alcuni ex esponenti scolastici.
Eppure, sembra che una realtà di questo tipo rappresenti il principale obiettivo dei vertici mondiali. L’educazione e l’insegnamento non implicheranno più il confronto in classe, né tra professore ed alunno, né tantomeno tra gli studenti.
Tra i temi più controversi affrontanti nell’ultimo decennio, l’Intelligenza Artificiale vanta sicuramente il podio assoluto. Ci prospetta un futuro digitalizzato ed efficiente, ma al contempo sempre più freddo e disumanizzato. Il concetto dietro l’AI si riassumeva nel tentativo di fornire all’essere umano uno strumento che potesse facilitare la sua esistenza, non certo che potesse sostituirlo. Dalla degenerazione degli studi nel merito, moltissimi lavoratori hanno protestato per la potenziale pervasività della nuove tecnologie.
Nel frattempo, presso il David Game Collage nel Regno Unito, il comitato insegnanti ha voluto investire su un esperimento tanto affascinante quanto inquietante: una classe di 20 studenti, senza insegnanti. La figura associata al professore verrà sostituita dall’Intelligenza Artificiale, attraverso computer e visori della realtà virtuale. Il sistema è pensato per creare un piano di studi che si adatti perfettamente ad ogni studente, sulla base della valutazione dell’IA riguardo competenze e lacune del giovane di riferimento.
“Ci sono molti insegnanti eccellenti, ma siamo tutti fallibili” – ha spiegato il co-direttore della scuola, John Dalton – “penso che sia molto difficile raggiungere il livello di precisione ed accuratezza dell’Intelligenza Artificiale”. I genitori degli studenti coinvolti pagheranno ben 27mila sterline l’anno per la formazione dei figli (32mila euro). Uno dei ragazzi ha dichiarato: “Un insegnante non conosce i tuoi difetti perché ha tanti studenti, mentre l’Intelligenza Artificiale li riconoscerà e ti aiuterà a migliorare”.
In classe si presenteranno i cosiddetti allenatori dell’apprendimento che si accerteranno che i sistemi funzionino e che gli studenti rispondano adeguatamente all’esperimento. Un’iniziativa che non è stata certo esente da critiche. Il rischio infatti è che, per quanto in termini di nozioni gli allievi possano giovarne, ciò contempli delle lacune in merito alla socializzazione ed al rapporto interpersonale professore-alunno. “Si tratta di una macchina inerte, quindi si disumanizza subito il processo di apprendimento“ – ha sostenuto l’ex professore e direttore per la Campagna di istruzione reale, Chris McGovern.