L’economista in esclusiva: “E’ una manovra che non mi convince. Ecco le criticità”

L’economista Marcello Messori in esclusiva ai nostri microfoni sulla manovra: “Si poteva fare molto di più. Ecco cosa non mi piace”

La manovra è arrivata da qualche giorno a Montecitorio. Dopo il via libera da parte del Consiglio dei ministri, è iniziato il lungo iter parlamentare che dovrebbe portare al via libera prima di Natale. Quando si parla di legge di Bilancio il condizionale è d’obbligo perché le sorprese possono essere sempre dietro l’angolo.

Messori esclusiva manovra
L’economista Messori (Ansa) – abruzzo.cityrumors.it

La nostra redazione ha intervistato in esclusiva Marcello Messori, economista, per analizzare nel dettaglio le misure e capire se si poteva fare qualcosa di più.

Messori: “Non vedo alcun segnale di sostegno alla crescita”

Professor Messori, la manovra deve ancora completare tutto l’iter parlamentare e possono esserci novità. Ma qual è il suo giudizio complessivo su questa legge di Bilancio?

“È una manovra che mostra, almeno per il 2025, prudenza rispetto agli squilibri di bilancio pubblico. Però non vedo alcun segnale di sostegno alla crescita. Vi è la conferma del taglio per i redditi medio-bassi. Questo porta a rendere strutturale quella che era stata una iniziativa temporanea l’anno precedente. Ma parliamo di uno strumento che comunque pesa più del 60% dell’intera manovra. Il resto è molto deludente in termini di composizione di spesa. Non vedo elementi di novità e secondo me questa legge di Bilancio non serve a sostenere la crescita o ad arginare l’indebolimento dello stato sociale”.

Si spieghi meglio.

Faccio un esempio. Sebbene ci sia un incremento nominale della spesa sanitaria, percentualmente questa diminuisce. È evidente che la valutazione va fatta rispetto alla crescita del Pil e che il nostro Paese ha bisogno di ristrutturare i processi produttivi e quindi di una nuova educazione e riqualificazione delle risorse“.

Messori esclusiva manovra
Marcello Messori (Ansa) – abruzzo.cityrumors.it

Si può dire che anche in questo 2024 il governo ha dato priorità alle famiglie.

Sì, ma anche in questo caso non si mette la parola fine ai problemi. Noi abbiamo una crisi demografica importante. Per affrontarla bisognerebbe delineare iniziative di lungo periodo. Avere un’inversione di tendenza prende moltissimo tempo e l’Italia si ritroverà nel giro di poco tempo a dover fare i conti con seri problemi di reperibilità. Quindi c’è la necessità di affrontare in modo diverso la questione dell’immigrazione. Deve essere regolare, ma bisogna porsi anche il problema delle risorse da trovare per il nostro Paese. Non possiamo assolutamente pensare che un piccolo supporto come quello deciso dal governo, possa invertire la demografia dell’Italia“.

“Mi aspettavo un qualcosa di diverso dal governo”

In Italia il debito pubblico è alto. Potrebbe aver avuto un peso nella scelta di una manovra diciamo poco rischiosa?

Assolutamente sì. Come detto in precedenza, va riconosciuto una attenzione a non peggiorare le dinamiche degli squilibri del bilancio pubblico. In Italia abbiamo un problema serio di debito molto alto che non è imputabile a questo governo. Lo shock pandemico lo ha inevitabilmente peggiorato. Adesso le nuove regole fiscali europee permettono di stimolare un’azione sulla composizione della spesa e delle entrate. Quindi non soltanto arginare, ma intervenire su spesa ed entrate. E il fatto che i piani pluriennali strutturali insistono sulla necessità di riforme e investimenti è la prova di questo. Purtroppo reputo molto deludenti le scelte fatte dal governo perché non si pongono il problema di una ricomposizione della spesa. Anzi, quando lo fanno, come per i lavori autonomi, peggiorano la situazione invece di migliorarla“.

È possibile un aiuto da parte dell’Europa per rendere le manovre più coraggiose?

Sì, ma vorrei spiegarmi meglio in questo senso. Allora, come detto in precedenza, la maggioranza dei Paesi dell’Unione Europea ha squilibri anche dovuti alla pandemia. Quindi, secondo le nuove regole fiscali tutti dovranno aggiustare il proprio debito. Il rischio, però, è quello di avere una politica di bilancio che favorisca la stagnazione. Ma c’è una soluzione“.

Quale?

Sviluppare in modo permanente una capacità di spesa a livello centrale. Ma questo richiede che gli Stati membri siano disposti a trasferire sovranità all’Europa. E non mi sembra che il clima vada in questa direzione“.

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