Gabriele Natalizia di Geopolitica.info in esclusiva ai nostri microfoni: “La smentita di Mosca? Può essere avvenuta per due motivi”
È giallo sulla telefonata tra Trump e Putin. Nella mattinata odierna (lunedì 11 novembre) era uscita la notizia di un colloquio tra il presidente russo e il neo inquilino della Casa Bianca con tema la guerra in Ucraina. Dall’inizio della sua campagna elettorale l’ex tycoon ha confermato la sua volontà di far terminare nel minor tempo il conflitto. Poi nel pomeriggio la smentita del colloquio dal Cremlino.
La nostra redazione ha contattato in esclusiva Gabriele Natalizia, professore di Relazioni internazionali all’Università Sapienza di Roma e coordinatore del Centro Studi Geopolitica.info, per analizzare meglio la chiamata e capire il perché della smentita.
Natalizia: “Ecco perché Trump punta al cessate il fuoco in Ucraina”
Gabriele Natalizia, partiamo dalla chiamata, poi smentita, tra Trump e Putin. Quale significato possiamo dare?
“Al netto della telefonata o meno, del piano o meno, se dovessimo riassumere in tre concetti la politica estera di Trump possiamo dire Cina, Cina, Cina. La priorità della nuova amministrazione sarà quella di risolvere la partita con Pechino soprattutto nell’indopacifico. Le altre questioni diventano secondarie e si rischiano di sprecare risorse preziose per il contenimento della Cina. Quindi anche la guerra in Ucraina non è in cima alla lista del presidente eletto americano. Non a caso ha detto più volte che bisogna chiudere la partita il prima possibile e vedremo cosa succederà dopo il 20 gennaio. Non è da escludere una telefonata a Putin visto che in passato lo ha fatto con Taiwan. Altra cosa da dire: in questi giorni è circolato un piano che Trump ha subito smentito. Io dubito che possa essere attuato visto che è una resa senza condizione da parte degli Stati Uniti e questo porterebbe i cinesi ad essere più aggressivi. Il presidente eletto in campagna elettorale ha accusato Biden di aver portato Mosca e Pechino a trovare una sinergia. Durante il secondo conflitto mondiale o la Guerra Fredda gli Stati Uniti hanno sempre cercato di portare dalla sua parte i più deboli per isolare il più forte. Quindi penso che prima o poi una concessione alla Russia ci sarà per staccarla dalla Cina“.
Perché la Russia ha smentito la chiamata tra Trump e Putin?
“La risposta precisa non l’abbiamo. Da un lato perché magari non è vera, dall’altro magari perché si potrebbe pensare che la Russia non abbia intenzione di portare avanti la questione. Diciamo che c’è in gioco l’immagine di forza di Mosca“.
Con Lorenzo Riggi nei giorni scorsi abbiamo parlato di rapporti difficili tra Trump e Putin. C’è la possibilità magari di avere uno scenario diverso in futuro?
“Allora il rapporto è sempre tra gli Stati e non tra i singoli leader. Ci può essere una intesa tra i due, ma la realtà è un’altra: Trump durante la sua prima amministrazione ha interrotto uno dei grandi trattati sulla limitazione delle armi balistiche e posto le sanzioni al Nord Stream 2. Quindi non sono migliorate le relazioni, ma peggiorate. E penso che la decisione di Trump è dipesa anche dalla volontà di allontanare le voci sull’aiuto di Mosca per vincere le elezioni“.
In questi giorni si è parlato di una Italia più centrale in Europa con l’elezione di Trump. Cosa c’è di vero?
“Penso di sì e spiego anche il motivo. Francia e Germania a breve potrebbero avere un leader diverso, l’Inghilterra sembra un Paese dove la guida è meno stabile del passato. Per non parlare della Spagna. Ad oggi l’Italia è un Paese che per i prossimi due anni e mezzo sarà guidato dallo stesso governo e quindi continuerà ad essere un interlocutore degli americani. Questo è un tema che conta. Poi c’è un’altra questione. Noi non investiamo il 2% del Pil nella difesa, ma contribuiamo tanto alle operazioni della Nato e questo Washington lo prende molto in considerazione“.