Dal 32 di Dimarco all’aurora boreale di Calafiori: il tatuatore dei big si racconta in esclusiva ai nostri microfoni. Svelato un retroscena su De Rossi
Dimarco, Barella, Mourinho, ma anche Daniele De Rossi. Non stiamo parlando di una squadra di calcio oppure di una lista di sogni, ma dei clienti speciali di Alberto Marzari, conosciuto da tutti come il tatuatore dei vip.
Ai nostri microfoni in esclusiva Alberto fa un viaggio nella sua attività e ci svela le emozioni provate a tatuare da interista alcuni dei suoi idoli, ma anche un retroscena particolare su Daniele De Rossi.
Barella, Dimarco, De Rossi, Mourinho. Questi sono solo alcuni nomi di calciatori che hanno scelto Lei per tatuarsi. Un grande onore oltre che magari anche una responsabilità.
“Sai che non ho mai pensato alla responsabilità? Si, l’emozione positiva ha spesso prevalso sulla tensione, mi è sempre sembrato di sognare ad occhi aperti e con un po’ di leggerezza, che nell’arte non fa mai male, ho vissuto tutto con il cuore a mille ma convinto di fare del mio meglio“.
Non solo rapporto lavorativo, ma anche di amicizia con molti di loro. C’è qualche aneddoto particolare che ci può raccontare?
“Mi piacciono i rapporti intelligenti, quelli che non hanno bisogno di essere troppo raccontati, che non hanno bisogno di cene, di stories. Mi piacciono i rapporti nella loro genuinità che prevede una buona base di riservatezza. Posso dire di quanto sia bello conoscere l’uomo dietro il campione, nella sua semplicità, nella sua quotidianità“.
I tatuaggi hanno sempre un significato particolare. C’è magari qualcuno che può svelarci riguardante i calciatori?
“Da calciofilo e tifoso è sempre emozionante tatuare il legame tra il calciatore e la propria squadra, è quel che rimane del calcio di cui ci siamo innamorati fatto di emozioni, sacrifici, vittorie e sconfitte. Pensare che ho tatuato il 32 nerazzurro a Dimarco mi mette i brividi, ma non è l’unico…”
Come detto, di calciatori nel suo studio ne sono passati tanti. C’è stato un tatuaggio più complicato rispetto ad altri?
“Sono stati, visti da prospettive differenti, emozioni complicate da raccontare ma non da gestire. Torno alla domanda iniziale, è sempre un sognare che si incontra con la realtà. L’iceberg con aurora boreale di Calafiori, forse, è quello più particolare e “complicato” dato che sul costato l’ho fatto soffrire parecchio ahimè. Sono felice di questa sua meritata ascesa, è un ragazzo, anzi un uomo, che si merita tanto perché solo lui sa quanto è stata duro quell’infortunio da ragazzino che sembrava avergli compromesso la carriera“.
C’è magari qualcuno che non è venuto nel suo studio e magari Le piacerebbe tatuare?
“Essere Interisti significa sognare, sognare e sognare. Vorrei tatuare il Pallone d’Oro a Lautaro. Troppo? Va bene la Champions 2025 allora“.
Nel suo studio è venuto anche Mou. In molti si chiedono se è così come lo vediamo in campo o privatamente è diverso. Cosa ci piò dire su di lui?
“Hai presente la frase ‘chi sa solo di calcio non sa niente di calcio?’ Ecco, questo è lui. Impossibile da descrivere, un privilegio averlo vissuto. Ha un’aurea magica che percepisci anche solo parlandoci”.
Rimanendo sul tema ex allenatori Roma, ha raccontato che De Rossi le ha fatto un tatuaggio. È bravo?
“Grande persona, calciatore, allenatore e tatuatore! In campo disegnava ottime geometrie, a me ha fatto un bel cuore e un bel pallone. Si sa, i centrocampisti sono abili tutto fare“.
Un’ultima domanda. Qualche giocatore ha promesso di farsi un nuovo tatuaggio in caso di trionfo a fine stagione? Se sì, può per caso dirci chi e soprattutto cosa?
“Sai quanto sono scaramantici i calciatori, si? (ride ndr)“.