Tanti lavoratori si chiedono cosa fare con il proprio Tfr, quale sia la soluzione più vantaggiosa. Vediamo cosa dicono gli esperti.
Tanti lavoratori dipendenti sono in dubbio se lasciare in azienda il proprio Tfr – trattamento di fine rapporto- oppure se metterlo in un fondo pensione. In questo articolo vi spieghiamo cosa consigliano di fare gli esperti.
Entro sei mesi dall’assunzione, un lavoratore del settore privato, è tenuto a decidere cosa fare del proprio Tfr, cioè il trattamento di fine rapporto che gli verrà liquidato quando smetterà di lavorare per quella certa azienda. Un lavoratore del privato può decidere di lasciarlo nell’azienda presso cui è stato assunto oppure di destinarlo ad un fondo pensione che andrà ad incrementare la sua eventuale pensione integrativa stipulata con la banca o con qualche assicurazione privata. Molti si chiedono cosa sia più conveniente fare. È necessario tenere in considerazione diversi fattori. Soprattutto è bene sapere che se un lavoratore decide di destinare il proprio Tfr ad un fondo pensione poi non potrà più tornare indietro. Se, invece, lo lascia in azienda, potrà cambiare idea in qualunque momento.
Come anticipato tanti lavoratori- soprattutto i giovani alle prime armi – si chiedono se sia più conveniente lasciare il Tfr in azienda o metterlo in un fondo pensione. Vediamo insieme tutti i fattori di cui tenere conto.
In primis bisogna valutare i costi: lasciare il Tfr in azienda non ha alcun costo mentre metterlo in un fondo pensione sì. I costi di gestione sono diversi anche a seconda del tipo di fondo pensione che si sceglie. Per quanto riguarda, invece, la tassazione, l’imposta da pagare sul TFR tiene conto dell’aliquota media che il lavoratore ha pagato negli ultimi 5 anni ai fini dell’Irpef. Possono beneficiare di agevolazioni i lavoratori con uno stipendio annuo che non supera i 30.000 euro e quelli che hanno avuto rapporti di lavoro inferiori ai due anni.
Il terzo fattore da non sottovalutare è il rendimento: mettere il proprio Tfr in un fondo pensione sicuramente avrà una resa superiore rispetto alla scelta di lasciarlo in azienda . Per fare un esempio: nel 2013 i rendimenti medi dei fondi pensione italiani sono stati pari al 5,7% mentre il TFR in azienda si è rivalutato appena dell’1,9%. Infatti, in azienda, la rivalutazione del Tfr segue questi criteri: 75% del tasso di inflazione più la misura fissa dell’1,5%.
L’ultima variabile su cui riflettere prima di prendere una decisione è l’età del lavoratore. Più un lavoratore è giovane e maggiori saranno gli effetti sia positivi sia negativi derivanti da una scelta piuttosto che da un’altra. La maggior parte dei consulenti finanziari consiglia, pertanto, a chi è molto giovane e ancora molto distante dalla pensione di destinare il Tfr ad un fondo pensione per avere un maggiore rendimento e riuscire recuperare in caso di perdite. Al contrario, se mancano pochi anni alla pensione, gli eventuali rischi non valgono i benefici e, dunque, meglio lasciare il Tfr in azienda.