Potrebbe essere un autentico tesoretto se riportato in superficie e riscosso dall’Agenzia delle Entrate quello che non è stato mai riscosso negli ultimi anni in Italia
E’ stato soprannominato dagli addetti ai lavori il “magazzino della riscossione”, quella ragguardevole cifra di crediti fiscali mai ottenuti dal Fisco in questi anni. Una vera e propria montagna di miliardi di tasse non riscosse, anche se in parte si tratta di crediti inesigibili per l’erario, che saranno quasi impossibili da recuperare, ma che non fermano la lotta all’evasione fiscale dell’attuale governo in carica.
Durante l’interrogazione a risposta immediata tenutasi in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati lo scorso 8 gennaio, il Governo ha ribadito la volontà di portare avanti l’impegno preso nella lotta contro l’evasione fiscale in due modi. Per la semplificazione del sistema tributario e il miglioramento del rapporto col contribuente, il ministro del MEF ha sottolineato la rilevanza della dichiarazione precompilata e, in particolare, della precompilata IVA e la riproposizione del concordato preventivo biennale, la misura che per eccellenza ha caratterizzato il 2024.
Come il governo vuole ridurre l’evasione fiscale
Nelle buone intenzioni dichiarate dal governo Meloni per il 2025, questo dovrebbe essere finalmente l’anno in cui si interverrà per ridurre il carico fiscale sul ceto medio. Ma per riuscire a ottenere questo traguardo c’è bisogno di recuperare il sommerso di tasse non pagato che ogni anno sfugge al controllo del Fisco. Nel 2024, grazie ai nuovi strumenti messi a disposizione dei contribuenti, sono rientrati in cassa, al netto di more e multe, ben 4,6 miliardi di euro.
In totale lo Stato ha recuperato 32,79 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 31 miliardi del 2023, anche grazie ai versamenti della rottamazione-quater che stanno dando soddisfazioni insperate per la partecipazione data dal contribuente. Lo scopo finale resta quello di alleggerire l’aliquota Irpef al 35%, ma per avvicinare questo obiettivo servono ulteriori risorse, ecco perchè, nell’autunno scorso, era stato proposto il concordato preventivo biennale per gli autonomi, una misura che però non ha raccolto quanto era stato ipotizzato e auspicato. L’ipotesi al vaglio, su proposta della Lega, è quella di una quinta edizione della rottamazione.
Una montagna di crediti non riscossi
Mentre il governo si affanna per trovare le risorse giuste per provare ad abbassare come promesso il carico fiscale, arriva una spiacevole scoperta, quella di una montagna di tasse non riscosse che avrebbe potuto certamente aiutare a raggiungere negli anni passati determinati obiettivi. Il cosiddetto magazzino delle tasse non riscosse dall’Agenzia delle Entrate supera infatti la spaventosa cifra di 1.200 miliardi, in gran parte inesigibili per l’erario.
Per questo motivo “è stata poi istituita una commissione tecnica, incaricata di analizzare il ‘magazzino della riscossione’, ossia l’insieme dei crediti fiscali non riscossi, con l’obiettivo di proporre soluzioni che evitino l’ulteriore accumulo e il relativo smaltimento di questi crediti che, al 31 dicembre 2024, ammontano a 1.275 miliardi di euro”, ha recentemente dichiarato il viceministro del MEF Maurizio Leo. Il viceministro in particolare ha spiegato la filosofia della sua riforma, dove prevale l’idea che il fisco debba abbandonare, ove possibile, il ruolo di “controllore sospettoso” per diventare un “partner affidabile”, per aggiungere poi che “sul piano della riduzione della pressione fiscale, c’è ancora da fare, partendo dai redditi medi che necessitano di un’attenzione specifica. Lo faremo, come sempre, con scelte responsabili e sostenibili finanziariamente”.